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Houstones – Perimeter

2019 - Dreamingorilla Records / Entes Anomicos / Soppressa Records
alt-rock

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Tracklist

1. Perimeter (Some Rope)
2. Panta Ray
3. Perimeter (Walk On Your Same Land)
4. Supercella
5. I Can Be Sweet, I Could Be Sweeter
6. Perimeter (Refrain My Love)
7. Soft Law
8. Perimeter (Hands And Knees)
9. Sun


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Trovare l’amore a prima vista nel panorama musicale odierno, beh, appare relativamente difficile; più accessibile è invece ‘oliare’ le sinapsi e cercare di capire che quel tal progetto musicale possieda una propria forza che si svelerà cospicua dopo un ascolto non sporadico d’esso. E’ così che presento l’ultimo sforzo creativo degli Houstones dal titolo “Perimeter”, un crogiolo di influenze marchiate a fuoco da rock alternativo, il cui nutrito sentimento per la musica fuoriesce dall’alveo generoso di energia e caratterizzazione creativa, addizionato nel complesso da una vena dissidente.

Dei nove pezzi schierati, che formano il secondo long effort degli Houstones, trio di base a Locarno (CH), tre sono leit-motiv dell’album: Perimeter (some rope), Perimeter (walk on your same land) e Perimeter (hands and knees), mentre i testi, cantati in inglese, si assottigliando in poco più di mezz’ora d’ascolto.

Quanto a Panta Ray, l’influenza melodica allucinata à la Beatles è superpotenziata da una ritmica esaustiva e piena, cadenzata e debordante; gli Houstones forgiano la loro emozionale musica a furia di pennate hard, seguendo un sentiero genuino, energetico e grave, ben assecondato da un basso fasciante come un’ombra e sostenuto dall’agile, liquido drumming: vi si canta l’ossessione della presenza lungo il disagio di una persistente malattia, “lost in those moments//every night my dreams get my disease/whatever it is”.

E se tutto raggia di leggera compassionevole inquietudine, non è da escludere che tutto potrebbe accadere in una dimensione spirituale-affettiva (“does it even matter/how close we are//does even matter/for tonight”); così pare dirci Supercella, individuando nel titolo uno dei più temibili ed autonomi temporali trovantesi in natura: turbolenze in riverbero e gradazioni noise-shoegaze tuonano, intanto che le precipitazioni vocali defluiscono dai mammatus e wall clouds sonici, echeggiando lo “Psychocandy” di J&MC. Lo stacchetto vocale al termine della song, muove, quale giocoso tratto scardinante, contro il carico di trepidazione delle parole.

I Can Be Sweet, I Could Be Sweeter fiorisce immediata come un bocciolo di rosa ad orologeria (a clockwork rose); il polso è tonico, robusto, l’aria vocale seduce immancabilmente e il tempestoso scroscio strumentale travolge forte della melodia e del breve assolo. Tuttavia soffia aria variabile, cupezze soniche e briglia sciolta (di ritmo e fantasia) dettano l’umore: vedere l’intermezzo noise-acustico che stacca di botto la spina, servendo un punto di vista alternativo: “it’s ok/ if you look the other side” . Siamo al top!

La seguente track, Soft Law, i cui 3′ 34” funzionano da reattore atomico capace di mettere in emissione luce tutti i dispositivi non fulminati alimentati ad elettricità, espone una bellissima versione sulle aspettative e l’insoddisfazione (“What you get is never what/ you expect from anyone”); rigata dalla morbida chitarra che ne incide il solco, si sfonda l’involucro partorito ad opera della psichedelica tastiera; la continuazione è bouquet variopinto di droghe che esplodono sin dentro la controversa e sensibile Perimeter III.

L’ultimo sonoro è Sun, la cui visione lirica, dimessa, malinconica, arrendevole ed affettuosa, ci congeda dalla miscellanea di splendori contenuti nella sfera magica “Perimeter” racchiudendo in coda, oltre la ricostituita versione della ghost song omonima, l’intricato, brillante, pianeta Houstones.

Il disco è co-prodotto in collaborazione con Marco Bonanomi (Ministri, Jezoo) ed implementato dalla pubblicazione di un documentario girato dal regista Davide Fois (Ministri, Ronin) volto ad inquadrare gli Houstones (Saul Savarino – voce, chitarra, tastiere; Joel Pfister – batteria; Eveline Lucchini – basso) nel corso della loro quotidianità, a cavallo di sogni, palchi e realtà.

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