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King Gizzard & The Lizard Wizard – Fishing For Fishies

2019 - Flightless Records / ATO Records
rock

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Tracklist

1. Fishing For Fishies
2. Boogieman Sam
3. The Bird Song
4. Plastic Boogie
5. The Cruel Millennial
6. Real's Not Real
7. This Thing
8. Acarine
9. Cyboogie


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Avete presente quell’insegnante che, dopo aver chiuso un occhio all’ennesimo congiuntivo sbagliato dal caprone in ultimo banco, si incazza come una belva col primo della classe per una virgola malposta? Bene. Oggi, dopo aver ascoltato una (e ripeto UNA) volta il nuovo album dei King Gizzard & The Lizard Wizard, devo ammettere che mi sono sentito proprio così: profondamente deluso dal secchione della classe.

Non so nemmeno da dove cominciare. Ascoltare “Fishing For Fishies” è davvero un colpo al cuore, specie considerando la carrellata infinita di ottima musica sfornata dai sette capelloni di Melbourne solamente nell’ultimo paio d’anni: dal sopraffino psych-pop di “Gumboot Soup” (2018) al prog-rock di “Polygondwanaland” (2017), dalle riuscitissime divagazioni jazzy di “Sketches Of Brunswick East” (2017) all’ormai iconico hard-rock in quattro quarti di “Murder Of The Universe” (2017) e “Flying Microtonal Banana” (2017). In “Fishing For Fishies” di tutta questa originalità e tecnicità c’è poco o niente. Il disco si apre con il singolo omonimo, un pezzo “acustico” campione dei peggio stereotipi, incluso il testo environmentally-friendly (che di per sé non è certo un male, si veda l’ultimo validissimo disco dei conterranei POND), che avrebbe probabilmente sfigurato anche in un LP dedicato come “Paper Mâché Dream Balloon” (2015).

Da lì, frontman Stu Mackenzie e compagni si perdono in girettini stomping blues sentiti e risentiti con qualche armonica decisamente di troppo, neanche fossero una cover-band di ZZ Top e T. Rex che si prepara a dare spettacolo alla sagra del paese. La scelta di giocherellare con le preziose skill e strumentazioni a disposizione intorno ad un’idea così banalotta lascia veramente senza parole. Qualcosa da salvare in questo mare di cliché? Acarine, interessante esperimento world-music con derive techno, ed il singolo Cyboogie, che – per quanto sia anch’esso radicato nello strasentito – aveva fatto sperare in una svolta futuristica dai toni bluesy di un certo livello.

Proprio come quell’insegnante incazzato vorrebbe sentirsi dire “ma sto scherzando, prof!”, anch’io voglio credere che questo disco sia una specie di burla e che – dopo una veloce doccia fredda di critiche – i King Gizzard & The Lizard Wizard torneranno presto a raccontare dei pazzi universi paralleli con cui ci hanno fatto innamorare.

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