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Varego – I, Prophetic

2019 - Argonauta Records
sludge

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Tracklist

1. Origin
2. The Abstract Corpse
3. I Prophetic
4. Of Dust
5. Silent Giants
6. When The Wolves Howl
7. Duelist
8. Zodiac


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Ascoltando il primo singolo The Abstract Corpse del nuovo disco dei Varego, band genovese, anzi più precisamente di Arenzano, ho creduto di sentire un pezzo dei Mastodon del periodo “Blood Mountain“, prima della parentesi marcatamente heavy prog di “Crack The Sky“, non comunque gli ultimi sbiaditi impegnati in divagazioni “pop-oriented”, insomma quando la band di Atlanta aveva ancora qualcosa da dire di interessante e le loro uscite riuscivano a convincere critica ed ascoltatori  di estrazioni ed ascolti musicali per altro decisamente eterogenei. 

Saranno le chitarre di “I, Prophetic“, uscito per la sempre più attiva Argonauta Records, che mi ricordano tra l’altro quel sound metal che deve molto agli anni Ottanta, la batteria decisamente rutilante impreziosita da notevoli e pregevoli rullate, e non per ultimo il timbro dell’impeccabile voce, ma ascoltando il lavoro per intero, le assonanze con il gruppo di Atlanta risultano forti.

Qualcuno potrebbe iniziare a storcere il naso, ma il disco è godibilissimo, la qualità tecnica del quartetto ligure è veramente notevole, tanto da permettergli di  lambire in alcuni casi territori quasi prog ed i brani sempre di grande impatto funzionano tutti decisamente bene nonostante siano articolati e non proprio di breve durata, ciò anche grazie all’esperienza decennale maturata fin qui. A parte la parentesi dell’intro, solo un pezzo dura circa tre minuti, gli altri sei brani hanno quasi tutti un minutaggio superiore ai 5 minuti.

La band è riuscita a fare un passo avanti anche rispetto al precedente e già ottimo “Epoch” e fa sì che i Varego risultino sicuramente tra le migliori realtà del panorama sludge metal italico. Del resto il gruppo vantava già collaborazioni eccellenti come con Jarboe nell’EP Blindness Of The Sun del 2013 o la presenza per il disco precedente in cabina di regia di Billy Anderson, che ha lavorato tra gli altri con band di grande spessore internazionale come Swans, Neurosis, Sleep, Melvins, Acid King , Eyehategod, ecc., solo per citarne alcune.

In sostanza i quattro liguri ne sanno e lo dimostrano alla grande anche con questa nuova fatica, riuscendo nel difficile intento di creare ritornelli melodici che si fissano nella zucca, come nel caso della canzone che dà il titolo al disco I, Prophetic. Echi grunge, direi soprattutto di matrice Alice In Chains, si possono sentire in Of Dust, arricchita nel finale da ottimi assoli di chitarra sicuramente non stucchevoli, mentre nella successiva  Silent Giants per una volta voglio sottolineare il lavoro del basso, mai sopra le righe ma allo stesso tempo incisivo quando serve, e che soprattutto scandisce il ritmo in maniera impeccabile.

I Varego dimostrano di essere efficaci anche in brani dalla durata breve senza sbrodolamenti eccessivi, sinonimo di capacità di sintesi non da poco e di maturità acquisita: When The Wolves Howl è infatti una veloce e ritmata cavalcata metal con ancora le chitarre in primo piano a farla da padrone. Si giunge verso la fine del disco con i rimandi ancora grunge di Duelist, per poi finire con il botto con il tiro di Zodiac.

In conclusione paragonerei i Varego al vino, più passano gli anni e più è buono.

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