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Sebadoh – Act Surprised

2019 - Fire Records
indie rock

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Tracklist

1. phantom
2. celebrate the void
3. follow the breath
4. medicate
5. see-saw
6. vacation
7. stunned
8. fool
9. raging river
10. sunshine
11. act surprised
12. battery
13. belief
14. leap year
15. Reykjavik


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Se, umanamente parlando, gli screzi (ormai un ricordo lontano) con J Mascis si sono rivelati un contraccolpo emotivo piuttosto pesante, sul versante artistico della faccenda essi hanno costituito la fortuna di Lou Barlow. Sua e nostra, perché i Sebadoh, nati con l’intento del bassista di smarcarsi dalla figura ingombrante – e totalmente scevra di qualsivoglia tipo di empatia – del suo compagno nei Dinosaur Jr e di finalmente far filtrare all’esterno i suoi sentimenti e le sue capacità compositive, regalandoci una quantità di ottimi dischi che diedero ampio respiro a quell’indie nascente di fine Ottanta.

Se Mascis tra i due è sempre stato il più chiassoso, Barlow si è dimostrato negli anni colui che in punta di fioretto colpisce quel punto di quel cuore non sfondato dalle chitarre strabordanti del J. Del ritorno sulle scene del trio composto da B., D’Amico e Loewenstein però non mi rimase impresso granché. Nonostante “Defend Yourself” fosse tutto tranne che un brutto disco mi pareva più un esercizio di stile che altro. Di un’altra pasta è invece composto “Act Surprised”, che pare essere un grosso miscelatore emozionale di tutto il repertorio della band originaria del Massachussets. Se è vero che il gradiente lo-fi non se n’è mai andato, qui è rinforzato da una struttura melodica a dir poco prepotente, nella sua fragile alimentazione interiore.

A ben vedere i tre in copertina non sembrano affatto sorpresi, e non lo sono nemmeno io quando attacca phantom, versione smaltata di fresco del suono di “Sebadoh III” corredata dalle paranoie di una persona sola in casa che in fondo sola potrebbe non essere e da un basso elefantino. I Nostri sembrano saper ancora pigiare sull’acceleratore e il sound di quella SST che fu ruggisce a pieni polmoni nella doppietta vacation, frustata grunge che alterna melodie deliziose a cori inferociti in botta e risposta con chitarre cartavetrate, e stunned – più una promessa che un titolo – biglietto solo andata per il pianeta punk (indie) rock. Lo strambo synth rock della tirata leap year, con la sua super compressione, fa un effetto tutto particolare.

Non siamo però dinnanzi ad un mero disfattismo revivalistico, bensì a tre uomini parecchio adulti alle prese con alcuni demoni interiori (rimbalza sulle pareti il passaggio “I don’t want your hangover but how will I learn to be sober? Oh I miss it when the sorrow tempts me again” della saltellante medicate) o esteriori (“I get the feeling you don’t feel me”, una linea che potrebbe stare su un pezzo di Ariana Grande, dice Barlow, ed invece sta su celebrate the void) e i suoni di Justin Pizzoferrato, che i fan di Mascis e dei Dinosauri ben conosceranno, sono un ulteriore passo in avanti, tanto che di lo(w) c’è poco e il tutto suona bello grosso, anche quando la faccenda si fa più alt-country e folk elettrificato, tipo la distesa Reykjavic, sunshine e raging river, che poi è una roba da fan di Minus 5 ed Uncle Tupelo in pieno. Di spleen miserabilmente godibile si ammanta la title track e finisce tra i punti più alti di tutto il disco.

Ma poi sapete qual è la cosa migliore di tutte? Che dentro “Act Surprised” ci sono ben quindici brani, e non ci si annoia nemmeno per un nanosecondo, anzi, arrivati in fondo spererete ce ne siano altri due o tre, magari vi scoprirete a chiedere il bis allo stereo e forse vi sentirete un po’ stupidi a scoprire di poterlo rimettere su quante volte vorrete. Se tanto mi dà tanto lo farete. Oh, se lo farete. E bravi Sebadoh.

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