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Interpol – A Fine Mess

2019 - Matador
post-punk

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Tracklist

1. Fine Mess
2. No Big Deal
3. Real Life
4. The Weekend
5. Thrones


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Paradossalmente “A Fine Mess” è il primo lavoro interamente generazionale scritto dagli Interpol. A nemmeno un anno dalla pubblicazione di Marauder, il loro ultimo full length, i tre newyorchesi capitanati da Paul Banks, iniziano veramente a descrivere cosa stia succedendo nelle loro vite. In modo pragmatico. Questo EP, uscito ovviamente per Matador, infatti, ci rende partecipi di una vivida esperienza visiva e tattile del loro movimento quotidiano, tra famiglie, lavoro e città. Come tutti noi. The Weekend, il primo singolo uscito per sponsorizzare il disco, è un vero e proprio epifanico Sabato del Villaggio leopardiano. Descrivendo minuziosamente i sentimenti che si provano alla fine della settimana, quando veramente si può ritornare ad amare, la canzone suona come una liberazione: “Say goodbye, Lorena, to the beach. Heaven knows the week was bombing. By the weekend you were here. Asleep in my arms.”.

L’introduttiva Fine Mess sembra un b-side di uno di quegli inni che popolano il loro, forse più conosciuto, “Antics”, mentre la successiva No Big Deal risulta più complessa e, forse, meno piena rispetto all’interezza sonora del disco, nonostante un ritornello orecchiabile e sagacemente distinto. Real Life ritorna poi a bomba sull’argomento principale trattato da “A Fine Mess” : la tangibilità dei sentimenti, tramutati in materia organica grazie agli spostamenti, umorali e fisici, che si possono compiere durante una giornata qualsiasi. È un pezzo che ci fa capire, con schiettezza e senza ridondanze, che non esistano seconde occasioni per effettuare un’esperienza. Malinconico e spiazzante.

Dopo le difficoltà espressive, a mio giudizio, di “El Pintor”, e un parziale ritorno alle origini con “Marauder”, c’era da aspettarselo, uno sprazzo attitudinale che ci facesse capire che gli Interpol avessero ripreso a suonare da Interpol. I fans chiedevano risposte e le hanno avute. “A Fine Mess” è un lavoro che sembra, forse, una chiosa, rispetto all’intera produzione degli Interpol, ma che in realtà vive di una realtà propria e ben definita, nel tempo e nello spazio. Personalmente, lo vedo come una valvola di sfogo artistica, tramite la quale gli Interpol giocano con la loro quotidianità umana, più che musicale.

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