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Guitar Wolf – LOVE&JETT

2019 - GuitarWolf Records / Third Man Records
garage rock / punk rock / rock'n'roll

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Tracklist

1. LOVE&JETT
2. Sex Jaguar
3. Sci-Fi Brat
4. Australopithecus Spark
5. Planet Of The Battera
6. Gimme Some Lovin'
7. Girl Boss Of Paris
8. Bowling In Takada-No-Baba
9. Fireball Red Legend
10. Mayumi The Untouchable


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C’è stato un momento in cui andavo a caccia di tutto ciò che il Giappone avesse da offrirmi musicalmente (e non) parlando. Volevo scavare a fondo nella cultura popolare del Paese del Sol Levante e capire fin dove si fossero spinti i nipponici in quanto a follia. Tra le tante realtà mi imbattei nei Guitar Wolf e ne fui letteralmente folgorato. Per parecchi anni credetti di essere l’unico a conoscerli, da queste parti, ma anni dopo il bassista di quella che sarebbe stata la mia ultima band, in una discussione circa il marciume sotto forma di rock, li nominò e io mi sentii meno solo.

I Guitar Wolf sono in ballo da una quantità assurda di anni (dal 1987) e trovo ugualmente assurdo che non siano annoverati tra le migliori garage rock band degli ultimi trenta. A metà ’90 la Matador si accorge di loro, li mette sotto contratto e nel ’99 il gruppo dona al mondo quel capolavoro di sporcizia e follia che è “Jet Generation”. Oggi a volervi portare ad Ovest è quel furbetto di Jack White che con la sua Third Man Records si sta accaparrando tutto il meglio del rumore in circolazione (ultimo acquisto della scuderia gli altri nipponici Boris), e qualcosa vorrà pur dire.

L’effetto straniante di sentire il suono di Johnny Thunders, Rocket From The Tombs, King Congo Powers e Peelander-Z (psicotici conterranei della band) pompato da chitarre noise-rock brucianti e pervicaci ma cantato in giapponese infiocchettato in un immaginario a metà tra bulli in giacca di pelle e sci-fi anni ’70 è qualcosa di estremamente delizioso, e non sarà di certo il passare degli anni a far cambiare approccio a Seiji/Guitarwolf, Gotz/Basswolf e Toru/Drumwolf. Il sound che investe “LOVE&JETT” è lo stesso di sempre, affilato e super lo-fi, imbruttito da un andamento più glam (Girl Boss Of Paris, la smargiassa title track), durissimi contraccolpi proto-noise-punk rock (Planet Of The Battera, Sex Jaguar), bassi di piombo che sembrano usciti dalla mente degli Unsane (Bowling In Takada-No-Baba), brutali imbarbarimenti ramonesiani (Mayumi The Untouchable, Fireball Red Legend, Sci-Fi Brat), il tutto impreziosito da voci sguaiate, inferocite ed animalesche.

Per una volta lasciatemi dire che l’immobilismo è proprio quel che serviva per rendere un album una gran bella figata. Ora, da bravi, mettete su il chiodo e salite sul vostro personale disco volante.

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