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ShitKid – [DETENTION]

2019 - PNKSLM Recordings
indie pop

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Tracklist

1. DETENTION
2. RoMaNcE
3. Last Mistake
4. SuMmEr BrEaK
5. Home Wondering (I don’t wanna go to prom)
6. summer ‘18
7. Grown-ups are KiDS
8. Lost in a DreamWorld


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Come spiegare il genio che ci troviamo di fronte? Aprite una lattina di birra (se Norrlands Guld, meglio), fatene un bel sorso, premete il tasto “play” alle ritmiche preregistrate nella pianola regalatavi per il vostro ottavo compleanno, aggiungeteci qualche powerchord bello marcio e canticchiateci sopra – che ne so – “I’m inside my room lalalalalalalala / Singing like a girl lalalalalalalala”. Bene. Nelle mani di chiunque, sarebbe un piano suicida. Nelle mani di ShitKid, moniker della giovane artista svedese Åsa Söderqvist, diventa materiale tanto prezioso da attirare l’attenzione di nientepopodimeno che sua maestà Iggy Pop. Seguito da una trasferta al SXSW. Seguito da un tour europeo coi Melvins. Quello che era iniziato come uno squilibrato progetto solista sembra dunque essere diventato uno dei più grossi successi dell’underground svedese.

Prodotta dalla sempre attenta PNKSLM Recordings (Les Big Byrd, Sudakistan, HOLY, Magic Potion, …), ShitKid aveva attirato l’attenzione della critica prima con lo scanzonato LP “Fish” (2017), poi con “This Is It” (2018), uno degli EP più convincenti del 2018. A neanche un anno di distanza arriva “[DETENTION]”, un concept album dai toni fortemente (se non esageratamente) autoironici sugli anni vissuti come capricciosa teenager emo.

Al personalissimo melange di garage e pop degli inizi si sostituisce qui un regime teenage-punk ben più quadrato, in cui pesa forse la presenza della nuova bassista e compagna d’avventure Lina Molarin Ericsson. In “[DETENTION]” c’è tutta la playlist a nome “high-school” dimenticata (a mio avviso, giustamente) nel cassetto, dalle Spice Girls ai Green Day, come ci sono i progetti “riot grrrl” di inizio anni Novanta (in primis Bikini Kill, ma anche The Breeders o The Slits) e contemporanei (Dream Wife, Tacocat, Slutever, …). Insomma, un LP da ascoltare in castigo, per nostalgici di acne, Big Babol ed avventure estive.

Che sia possibile fare della provocazione un lavoro a tempo pieno, è risaputo. Che sia cosa per pochi, anche. Ad Åsa e Lina, tuttavia, non sembra fregare molto: ubriache alla guida del loro party-tandem, tutto mi aspetterei da loro fuorchè vederle rallentare.

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