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Pelican – Nighttime Stories

2019 - Southern Lord
post metal

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Tracklist

1. WST
2. Midnight And Mescaline
3. Abyssal Pain
4. Cold Hope
5. It Stared At Me
6. Nighttimes Stories
7. Arteries Of Blacktop
8. Full Moon, Black Water


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I Pelican sono stati uno dei gruppi più importanti ed originali nella scena post metal e praticamente tutta la loro discografia precedente a “City Of Echoes” si assesta su livelli altissimi. Successivamente, a causa dell’appiattimento di un genere diventato ben presto troppo prevedibile e saturo e di scelte stilistiche non troppo felici e spesso confuse, il gruppo statunitense si è un po’ perso per strada.

A distanza di sei anni dal buon “Forever Becoming” i Pelican tornano con “Nighttime Stories” (titolo originariamente destinato ad un disco del side-project Tusk), lavoro abbastanza sorprendente che riesce a coniugare passato e presente. Se da una parte ritroviamo le personalissime melodie e dinamiche tipiche del loro sound, dall’altra non possiamo non plaudire come il tutto sia ora veicolato tramite un’attitudine più “in your face”, in cui la pesantezza dei primissimi lavori si sposa con il marciume di un certo sludge.

L’esempio migliore è la title-track, che con i suoi riff, semplici ma pesanti come macigni, forma un ponte perfetto tra “Australasia” e il 2019. Le aperture melodiche sono dosate intelligentemente e senza sfociare mai nel post-rock (tentare di migliorare “The Fire In Our Throats Will Beckon The Thaw” sarebbe inutile) cosa che aiuta non di poco l’ascolto.

Abyssal Plain si regge su inedite fondamenta ritmiche che alternano dark wave e blast beat, mentre Arteries Of Blacktop stempera un’urgenza hardcore con un finale lentissimo e dai connotati quasi noise -rock. I quasi nove minuti finali di Full Moon, Black Water sembrano usciti dal primo EP senza però cadere mai troppo nell’autorefenzialità gratuita e con un suono più sgraziato e meno freddo che in passato, merito della produzione di Sanford Parker che dona nuovamente quel feeling live che si era perso nei dischi precedenti.

Sul fatto che abbia senso o meno suonare ancora post metal nel 2019 lascio a voi parola, io personalmente mi limito a fare i complimenti ai Pelican per un ritorno ai livelli della loro bravura. Quello che “City Of Echoes” avrebbe dovuto essere.

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