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GOLDENGROUND: NeverWas Radio

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Esiste un mondo sommerso, una selva di persone, passioni e cuori che stanno dietro alla musica e che ogni giorno la nutrono con amore paterno, nascosti dietro le quinte della scena. Goldenground va a scavare negli intricati tunnel dell’underground per portare alla luce le scintillanti pepite d’oro sparse in tutta Italia e per dare voce a chi è solito dare voce alla musica.

Sul nostro territorio sono molte le iniziative che promuovono la musica e le band, che tengono in alta considerazione la cultura senza mai perdere di vista il senso di partecipazione ed inclusione. Oggi parliamo di NeverWas Radio, una webradio nata in provincia di Varese da ragazzi volenterosi, appassionati ed entusiasti. Tra poco ci sarà anche il loro festival annuale, una tre giorni che si terrà presso la spiaggia pubblica di Corgeno, Vergiate (VA) e vedrà la partecipazione tra gli altri di Bienoise e An Early Bird. Risponderanno alle nostre domande Elisa, Francesco e Nicolò (tra l’altro membri del neonato progetto Bluedaze) e Sebastian, station manager di NeverWas Radio.

Ciao ragazzi, grazie della vostra disponibilità, ci spiegate come nasce NeverWas Radio e come avete scelto il nome della vostra radio?

Anzitutto grazie a voi per lo spazio! NeverWas Radio nasce nel 2012 sulle sponde del lago maggiore, da un gruppo di amici musicisti per continuare la tradizione radiofonica varesina e per promuovere realtà musicali e culturali di valore. Da lì, abbiamo trovato un nome che sottolineasse l’approccio innovativo al medium radiofonico, ci distinguesse dalle tradizionali radio FM per metodo di diffusione, ma non di certo per cura dei contenuti!

Se i lettori di Impatto volessi ascoltarvi, come possono fare?

Lo possono fare dal nostro sito www.neverwasradio.it e a breve dalla nostra nuova app! Tutti i podcast si trovano invece sulla nostra pagina Spreaker ”NeverWas Radio”

Può sembrare una domanda ripetuta ma perché una radio? Io come forse molti altri ho la sensazione che sia una tecnologia poco “alla moda”, perché non un canale YouTube?

La radio è effettivamente un mezzo apparentemente antico, ma sicuramente più attuale che mai. In primis la nostra scelta è stata dettata dalla volontà di fare qualcosa di strettamente legato alla promozione della musica indipendente, alla creazione di una scena e alla diffusione di quest’ultima. In secondo luogo, la radio è un medium che è mutato nel tempo ma non ha perso la sua autorità: ci permette di approfondire in maniera seria i nostri contenuti, argomentare parecchio con i nostri intervistati e diffondere cultura lasciando anche un piccolo spazio all’immaginazione che non guasta mai. Teniamo quindi a recuperare anche un certo tipo di “ascolto”, profondo e non distratto da altri sensi, come ad esempio capita con i video di YouTube. Inoltre, quando si parla di radio nel 2019, ovviamente, non possiamo prescindere dai socialnetwork e dai podcast, che è la nuova frontiera della radio “on demand”.

Spiegateci come costruite il palinsesto della radio, a cosa date più spazio e cosa avete a cuore di diffondere? C’è un genere musicale a cui fate riferimento?

Il palinsesto di NeverWas Radio si basa sulla rotazione costante 24/7 della playlist e su una decina di programmi in diretta tre sere a settimana. I temi dei programmi spaziano dalla cultura, alla storia, ai temi sociali, sport, comicità, musica, cinema e fumetti. Tutti i format vengono costruiti seguendo una linea editoriale basata sul macrotema dell’innovazione culturale e sociale, declinata poi secondo gli argomenti trattati dai singoli programmi. La playlist invece, è frutto di una ricerca costante focalizzata sulla scoperta di artisti che non appartengono per forza al circuito mainstream, ma che propongono un progetto coerente e finalizzato alla divulgazione di un messaggio artistico, sociale e culturale di qualità. Non abbiamo un genere musicale di riferimento, perché crediamo che ogni genere possa veicolare dei messaggi e dei valori affini alla nostra linea di pensiero.

Com’è il vostro rapporto con gli ascoltatori? Capita che vi contattino per parlare di qualcosa tramite la vostra radio?

Certo! Tra Facebook e Instagram soprattutto. Alcuni programmi sono piuttosto attivi durante le dirette da questo punto di vista, altri invece hanno parecchia interazione sui podcast. Capita poi che alcuni di loro ci contattino ovviamente per promuovere le proprie iniziative, eventi e progetti. Di recente abbiamo ospitato i fondatori di Crowdforest, un’interessante start-up che ha inventato una modalità innovativa di riforestazione, oppure siamo stati contattati dallo Studio Foce di Lugano che ci ha chiesto di raccontare e promuovere il concerto di Helado Negro, solo per fare qualche esempio!

Com’è una giornata a NeverWas Radio? Mi spiego, dove vi trovate di solito? Che cosa succede nelle vostre riunioni?

Sicuramente per il nostro lavoro è fondamentale la nostra sede, dove abbiamo modo di riunirci, progettare  e, ovviamente, realizzare tutti i programmi e contenuti audio. Diciamo che non c’è un vero e proprio orario di lavoro, bene o male ognuno gestisce in autonomia le proprie mansioni, per poi riportarle agli altri settimanalmente in riunione; questo perché, tra comunicazione, gestione dei programmi e degli speaker, contatti con i fornitori, organizzazione di eventi, gestione della playlist, creazione di progetti e mille altre mansioni, il lavoro da fare è tanto è ognuno deve poter gestire il tempo secondo i propri orari. Ovviamente poi le decisioni si prendono in gruppo e le direttive da seguire si definiscono insieme.

So che l’aspetto economico nelle cose fatte per passione è secondario, però vorrei chiedervi, riuscite ad autosostenervi? Se sì in che modo?

Essendo una web-radio istituzionale, non abbiamo sponsor ma possiamo fare accordi economici esclusivamente con no profit ed enti pubblici. Formalmente NeverWas Radio è un associazione, tutti gli speaker sono associati e pagano una quota annuale per l’utilizzo degli spazi e della strumentazione. Questi due aspetti – web radio istituzionale e forma associativa – ci permettono di partecipare anche a bandi e sviluppare progetti culturali e sociali di diverso genere che ci mettono nella condizione di poter almeno sostenere le nostre spese annuali.

Parliamo del Festival, quando e come è iniziata questa avventura?

Nel 2017 abbiamo deciso di organizzare la prima edizione del NeverWas Radio Fest: dopo anni a organizzare eventi più piccoli sentivamo il bisogno di fare un festival che portasse il nostro nome. Ci siamo trasferiti sulle sponde del piccolo lago di Comabbio e abbiamo avuto la fortuna di poter sfruttare la splendida spiaggia di Corgeno: una location immersa nella natura, con le montagne varesine sullo sfondo, tramonti incredibili e un’atmosfera piuttosto nord-europea.

Come scegliete la line up del Fest? Oltre alle band cosa offre questo evento?

Il percorso di selezione degli artisti per il festival fondamentalmente dura tutto l’anno. Attraverso un lavoro di curatela cerchiamo d’intercettare le migliori proposte del panorama indipendente italiano e durante la stagione radiofonica intervistiamo, collaboriamo e promuoviamo artisti local e non. Il NeverWas Radio Fest è un po’ la punta dell’iceberg di questo processo, selezioniamo circa 16 artisti e li disponiamo sui due palchi, nell’orario e nel contesto che meglio può valorizzare la loro musica. Non ci poniamo molti limiti di genere, di solito prediligiamo progetti dal sound “internazionale”. Oltre alle band nei tre giorni del NeverWas Radio Fest organizziamo workshop, attività per adulti e bambini più, ovviamente, ampie chiacchierate radiofoniche, a microfoni aperti, durante tutta la giornata seguendo un tema comune (ad esempio quest’anno sarà quello dell’allunaggio e dei viaggi nello spazio).

Com’è il mood al festival? I partecipanti rispondono bene? Come sono andate le scorse edizioni?

Il mood del festival è sicuramente di grande rilassatezza e spensieratezza. La location fa tantissimo: il tramonto sul lago e le luci dei paesi che lo circondano che si specchiano sull’acqua danno quel valore aggiunto che dobbiamo dire fa la differenza. Avendo dalla nostra questi splendidi dettagli, stiamo cercando di diffondere una “cultura” dell’evento affinché il pubblico si affezioni all’atmosfera e alla qualità delle proposte artistiche – a prescindere dai “nomi” in locandina -. Le scorse edizioni sono andate molto bene: tanti di coloro che han partecipato alla prima edizione sono tornati proprio per rivivere l’atmosfera dell’anno precedente. Siamo contentissimi ogni volta di ricevere feedback entusiasti riguardanti la cura dei dettagli, l’organizzazione e gli artisti selezionati.

Prova a convincermi a venire a NeverWas Radio Festival 2019!

Per avere qualcosa di diverso da raccontare! Quello che proviamo a fare sin dalla prima edizione è cercare di rendere i tre giorni di festival un’esperienza da vivere, più che un semplice concerto; un’esperienza per la quale si può scoprire qualcosa di nuovo, oppure semplicemente passare un weekend in pace e serenità, ascoltando ottima musica, bevendo birrette e condividendo il proprio tempo con tante altre persone che sono lì per lo stesso motivo.

Cosa c’è nel futuro di NeverWas Radio? Potete darci qualche anticipazione sui vostri prossimi progetti?

Una volta terminato il festival ci dedicheremo a seguire come media partner qualche altro evento durante l’estate – cosa che facciamo  da tanti anni. Per la prossima stagione però  vorremmo dedicarci molto alla produzione di podcast e lavorare per realizzare contenuti ipermediali e immersivi, d’innovazione sociale e culturale sempre di più alta qualità. Vogliamo che la cultura sia ovunque, per tutti e ed esperibile in ogni momento!

Siamo al termine della chiacchierata, la mia domanda di rito è sempre la solita, cosa consigliate a qualcuno che voglia intraprendere il vostro stesso percorso? Rispondete sia riguardo alla radio sia riguardo al festival, please.

In entrambi i casi si tratta di un lavoro che richiede molta costanza. Portare avanti una radio, a diversi livelli, implica sicuramente un impegno almeno settimanale e una grande passione verso i contenuti che si vogliono diffondere. E’ fondamentale saper lavorare in team per distribuire la mole dei lavori più grandi e per avere sempre un confronto con idee diverse. Nel tempo è poi importante seguire un percorso di crescita basato sull’analisi critica interna ed esterna del proprio team di lavoro e sulla formazione costante, in modo da poter sviluppare coerentemente ed in modo consapevole la propria mission ed il proprio messaggio.

Grazie mille ragazzi è stato un piacere, vi auguriamo il meglio e restiamo sintonizzati per le vostre novità!

Grazie mille a te, ad Impatto Sonoro e a tutti i lettori! Vi aspettiamo il 28/29/30 Giugno al NeverWas Radio Fest!

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