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Serpents – Scongiuri

2019 - BloodRock Records
sperimentale

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Tracklist

1. Heart Of Darkness
2. Ombelicale
3. Rattle The Waters
4. Janua Inferi


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Ad oggi, anno 2019, i progetti concettuali che prevedono un determinato tipo di sperimentazione introspettiva finiscono spesso per esagerare, avvitarsi su se stessi e non centrare il bersaglio. La cosa sembra non toccare minimamente i Serpents.

A fare gli onori di casa di questo duo vocal-elettrogenetico sono due pesi massimi del sotterraneo come Karyn Crisis e Luciano Lamanna: se la prima è divenuta leggenda per la sua esplorazione in campo minato del metal urbano più tribale ed aggressivo (magicamente senza cadere mai nel calderone crossover prima e nu-metal poi) grazie alle sue plurime estensioni vocali e alle liriche in bilico tra distopia e disperazione, il secondo è meglio conosciuto come Lou Chano e che molti di noi ne hanno apprezzato le doti di producer dalle parti di Truceklan e Colle Der Fomento e ancora come co-creatore dei sottovalutati Ivs Primae Noctis.

Coppia delle meraviglie, dunque quella che si ritrova a tirar su un dischetto interessante come “Scongiuri”, terreno di incontro/scontro di esperimenti in bilico tra tradizione lirica e futurismo elettronico a metà strada tra organico e meccanico. Le elegie di voce di Karyn sono stratificate su una miriade di piani e strutture, passando da whispering orrorifici a stentoree impennate operistiche, andando a creare un punto di incontro tutto suo tra Jarboe e Galas. L’architettura sintetica di Luciano segue a ruota l’esempio della cantante andando a pescare nei recessi più oscuri dell’archivio immaginifico che è alveo del verbo electro futuribile, spiazzando spesso su una piana di soluzioni mai banali. Spiccano le reiterazioni di voce che da Occidente guardano a Medioriente di Ombelicale, tra percussioni che passano dalla meditazione all’ossessione in un baleno, come incubi lovecraftiani dai quali non si può uscire. Non mancano i crescendo -gaze ad alto voltaggio emotivo, come ben dimostrato su Heart Of Darkness intrappolati in spaventosi cunicoli noise asfissianti.

Una piccola (data la durata) opera d’arte digitale e spero solo un preludio a qualcosa di più.

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