Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Hollywood Vampires – Rise

2019 - earMUSIC
hard rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. I Want My Now
2. Good People Are Hard to Find
3. Who's Laughing Now
4. How the Glass Fell
5. The Boogieman Surprise
6. Welcome to Bushwackers (feat. Jeff Beck + John Waters)
7. The Wrong Bandage
8. You Can't Put Your Arms Around a Memory
9. Git From Round Me
10. Heroes
11. A Pitiful Beauty
12. New Threat
13. Mr. Spider
14. We Gotta Rise
15. People Who Died
16. Congratulations


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Avrete sentito notizie dell’uscita di questo disco, sapete che c’è Johnny Depp, Joe Perry ed Alice Cooper, che a quanto pare hanno preso questo loro progetto di supergruppo molto sul serio. Forse troppo sul serio. Grande promozione, super produzione, ospitate in diretta Tv su palchi enormi, foto di Ross Haflin eccetera. Secondo me, e non voglio disfare le aspettative dei nostalgici dell’hard rock, qui siamo in un luogo in cui il suddetto genere che si è suicidato anni fa perché non era più di moda cerca nuove strade, cerca di stare “al passo coi tempi”. La recensione che segue è, ahimè un po’ sottotono in quanto riflette l’umore in cui mi ha messo l’ascolto di “Rise”.

Iniziamo con la troppo lunga I Want My Now che si perde nella coda iperchitarristica portando il pezzo a sforare i 7 minuti, fin qui viene da chiedersi se sia è tutto lì quello che hanno da dare. Vi scrivo in modo “espresso”, mentre ascolto per la prima volta. Arriva Good People are Hard to Find che non è altro che l’introduzione di Who’s Laughing Now, con un riff minaccioso ma in chiave forzatamente cupa, non sembra ancora essere entrati a pieno nell’album, almeno così si spera. Perché c’è qualcosa di, come dire, piatto?

Altro intermezzo tanto gotico quanto inutile prima di The Boogieman Surprise, un hard rock blues che tenta la comunicazione dell’Alice di “Hey Stoopid” ma, vacca miseria, estremamente più fiacco, anche se il pezzo si riscatta con il primo vero assolo di chitarra di Perry ma comunque troppo farcito di iper produzione. È come se la bestia fosse addormentata. Mi aspetto da un momento all’altro un esplosione di rabbia ed energia, Alice che grida, Perry che parte, aspetto che la musica “apra”, che spacchi giù tutto. Ancora niente.

Tastiere a non finire dove non avevano motivo di esistere. Mi trascino fino alla fine del pezzo. Arriva Welcome to Bushwackers che con la graditissima partecipazione di Jeff Beck, troviamo finalmente un momento in cui i protagonisti sembrano divertirsi nel suonare. Un allegro rock blues scanzonato. Il problema non è il genere infatti, quanto l’impressione che fino a qui Johnny Depp, Cooper e Joe Perry non si stessero divertendo ma fossero troppo concentrati e preoccupati del risultato finale.

Comunque, con Welcome to Bushwackers, finalmente respiro. Sono talmente tediato dall’ascolto fino a quel momento che mi alzo e mi metto a ballare, mi scateno come se fossi ubriaco al live music pub. Purtroppo però, i sogni svaniscono e torniamo nell’ ennesimo intermezzo, stavolta di pianoforte, che ci introduce alla cover cantata da Depp di un’altro Johnny: Thunders. Can’t Put Your Arms Around a Memory. Un classico già ripreso dal ben più espressivo (ed è tutto dire) Duff McKagan qualche lustro fa con i Guns. Di nuovo un Alice senza idee in Git from Round Me e poi… Heroes. Sì, quella Heroes. E dai! Perché no? No. La domanda è: perché? Mi vedo proiettato in un’ ottima serata al Karaoke con Depp. Oh ragazzi, mi dispiace, ma quando è troppo è troppo.

Schegge di distorsione industriale in A PitFul Beauty, che non fanno altro che prolungare l’agonia. Ok. Non manca molto, siamo a buon punto. New Threat: qui incontro un barlume di lucidità in Alice e ciò rende l’ascolto anche quasi piacevole, anche se non capisco dove cazzo vogliano andare a parare. La struttura è più (verso l’) hard rock classico. Ok me ne mancano quanti? 4 pezzi? Lo faccio per voi. Perché ormai mi son preso l’impegno. Più lento ed emotivamente coinvolgente (scusate ma non trovo le parole) è Mr. Spider. Simpatico canto da partita al pub We Gonna Rise, una bella sorpresa, questo era l’intermezzo perfetto. Invece dura 3 minuti e mezzo.

People Who Died è invece un allegro punk rock che può passare, anzi, vi dirò: ecco a voi il pezzo migliore di tutto questo interminabile album. E la conclusione con Congratulations, una semi-ballata acustica con spoken word da parte di tutti (e tre)? Banale eh, banale fino al midollo e non si capisce a chi si riferisca. Però, può essere considerata un guizzo di speranza per un prossimo lavoro, se dovrà proprio esserci. Non  fraintendetemi, sembra che tutto l’hard rock venga per nuocere ma non è così. È questione di attitudine. Di ispirazione. Quando gli Hollywood Vampires si divertono, funzionano. Quando invece vogliono impressionare a tutti i costi, no. Ma forse questa è, appunto, l’attitudine rimasta ai vecchi rockers alla ricerca di nuove idee ma non hanno capito che l’hard rock è quello, come il Delta Blues. Quello è. Quindi imparassero a prendersi meno seriamente e a togliersi la voglia di impressionare il pubblico. Cercassero di impressionare se stessi. Verrebbe fuori sicuramente qualcosa di bello.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni