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Death Angel – Humanicide

2019 - Nuclear Blast
thrash metal

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Tracklist

1.Humanicide
2.Divine Defector
3.Aggressor
4.I Came For Blood
5.Immortal Behated
6.Alive And Screaming
7.The Pack
8.Ghost Of Me
9.Revelation Song
10.Of Rats And Men
11.The Day I Walked Away


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Tra la fine degli anni Ottanta e i primissimi Novanta, i Death Angel hanno scritto alcune tra le pagine più belle del thrash metal. La provenienza dal luogo forse più rappresentativo per l’intero genere, la Bay Area di San Francisco, ha sicuramente dato una mano ai cinque statunitensi, che ai tempi del loro storico esordio – “The Ultra-Violence”, 1987 – erano poco più che degli adolescenti. Chissà, se non si fossero fermati per un intero decennio, probabilmente oggi godrebbero di una considerazione simile a quella dei loro ben più celebri colleghi dei Big Four.

Le qualità da grandissima band, d’altronde, non gli sono mai mancate; oggi le ritroviamo tutte pressoché integre in questo nono lavoro in studio intitolato “Humanicide”. Lontano dall’essere anche solamente paragonabile alle opere migliori realizzate dal quintetto (incluse alcune tra quelle prodotte nell’epoca post-reunion), l’album non entusiasma ma convince. Le cose funzionano a dovere soprattutto quando i Death Angel parlano la loro madrelingua, ovvero quella di un thrash metal che, nonostante l’alto tasso tecnico, riesce a essere incredibilmente compatto grazie a una semplicità, a una naturalezza di fondo che deriva dall’ascolto prolungato di punk e hardcore.

Dalla fusione di elementi antichi e moderni nascono vere e proprie mazzate quali Humanicide, Divine Defector e la spietata I Came For Blood, nel cui ritornello trapelano tracce di uno speed metal dalle tinte vintage. Ottimo il lavoro di Rob Cavestany e Ted Aguilar alle chitarre, ma ancor meglio fanno il bassista Damien Sisson e il batterista Will Carroll: una sezione ritmica schiacciasassi che brilla principalmente nelle prime tracce del disco – le migliori della lista. Il problema principale dell’album, infatti, è che va progressivamente scemando per quanto riguarda il livello medio delle composizioni.

È come se i Death Angel arrivassero al termine di “Humanicide” un po’ spompati, con il fiatone: il fuoco iniziale si spegne in mid-tempo alquanto insipidi come Revelation Song, Of Rats And Men e The Day I Walked Away, nelle cui strofe Mark Osegueda sembra voler imitare un rapper. Una chiusura infausta per un lavoro che, nonostante tutto, merita un ascolto attento e approfondito.

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