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Gianmaria Testa – Prezioso

2019 - Incipit Records
songwriting

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Tracklist

1. Povero tempo nostro
2. Questa pianura 
3. La tua voce
4. Anche senza parlare
5. Una carezza d’amor
6. Alichino
7. Dentro la maschera di Arlecchino
8. Post-moderno rock
9. Sotto le stelle il mare
10. MERICA MERICA
11. X Agosto


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Prezioso” esce a gennaio 2019, a quasi tre anni dalla scomparsa di Gianmaria Testa, ma viene difficile pensarlo come un disco postumo. Perché, come spiega la moglie del cantautore piemontese, Paola Farinetti, che ne ha voluto la pubblicazione, l’album restituisce l’immagine di una persona viva e di un artista all’opera. È grazie alla sua volontà e al meticoloso lavoro di coloro di cui si è avvalsa, in particolare il tecnico del suono Roberto Barillari, che possiamo ascoltare un album di inediti riportati alla luce a partire da registrazioni casalinghe e semi-professionali, prove e bozze di quello che può definirsi una sorta di “cantiere” delle sue canzoni. Come se stessimo origliando all’interno dello studio di un Gianmaria Testa impegnato in un lavoro in corso d’opera, ignaro d’essere ascoltato.

Le canzoni, mai rilasciate -ad eccezione di due, uscite però in altra versione e circostanza-, si presentano nella loro forma essenziale, per lo più accompagnate dalla sola chitarra: Testa ci conferma la sua straordinarietà di compositore, scrittore ed interprete, abile ad evocare immagini attraverso il suono e la parola. Apre il disco la traccia Povero tempo nostro, che sfiora le miserie del nostro Tempo, della nostra Terra affaticata e consumata, dei nostri giorni sfiniti, della nostra umanità dimenticata: con la speranza che questo nostro Povero Tempo sia solo di passaggio: “povero tempo nostro / e povere fatiche / povera la Terra intera / che tutte intere le patisce”.

Questa pianura è la versione italiana de Le Plat Pays dell’immenso Jacques Brel, tradotta da Sergio Bardotti e interpretata da Gianmaria Testa per una compilation del Club Tenco con altri artisti, dedicata allo stesso Bardotti. Sublime questa versione, in cui la musica sembra rincorrere incalzante ogni parola, adattando la dinamica all’andamento della poesia. Oltre l’immancabile chitarra e il timbro ruvido di Testa, la dolcezza del fraseggio al clarinetto di Piero Ponzo e la linea di contrabbasso di Nicola Negrini. La tua voce è invece un pezzo edito, comparso nell’album “Lampo” (1996), ma presente in “Prezioso” in una splendida versione che vede Testa duettare con Bia Krieger, cantante brasiliana, che canta in portoghese. La sua voce affascinante e vellutata si sposa con quella ruvida del cantautore, e proprio di voci parla la canzone.

La genesi di Anche senza parlare è curiosa. Scritta proprio su richiesta della moglie per Mauro Ermanno Giovanardi, che l’avrebbe presentata al Festival di Sanremo del 2015, Gianmaria Testa registra la canzone durante il soundcheck di un concerto in Germania, con l’improvvisazione al clarinetto di Gabriele Mirabassi. La invia alla moglie via Whatsapp tramite un fonico, e lei presenta poi il brano interpretato da Giovanardi alla giuria Sanremese. La canzone non viene selezionata perché, a detta dello staff, “troppo intellettuale”. Per Gianmaria fu quasi un sollievo, spiega Paola Farinetti. Del resto, dal Festival non ci si può aspettare molto: “Fermiamoci qua / c’è una piega del mondo / e la vede soltanto chi non vive a metà

Una carezza d’amor è stata scritta per Paolo Rossi, che l’ha portata in alcuni dei suoi spettacoli teatrali. La traccia, registrata in casa e inizialmente sporca di rumori di fondo d’ogni tipo, è stata ripulita cristallinamente, e ci viene consegnata anch’essa intatta e senza alcuna sovraincisione. Interessante l’invettiva di Alichino, ispirata al demone dell’Inferno dantesco, che, azzuffandosi con un altro diavolo, finisce per rotolarsi nella pece bollente infernale: “e porto una maschera sottile / più nera della pece del peccato / e porto dagli inferi la voce / dello spergiuro e del dannato”.

La figura di Alichino rivisitata da Testa, così come nella Commedia, ha una certa comicità:  “da dove vengo io non c’è padrone / e chi fa il padreterno vaffanculo”. Il personaggio folkloristico Alichino diventerà il celeberrimo Arlecchino veneziano. E’ quest’ultimo che darà il nome ad uno dei brani più suggestivi dell’album: Dentro la maschera di Arlecchino. Un pezzo superlativo, dal tono malinconico e dal testo quasi pirandelliano, che parla della maschera che
ognuno di noi indossa e non riesce più a tirar via dal viso: “è tutta la vita / che abito un altro / e da tutta la vita mi chiedo / quell’altro chissà cosa pensa / quando pensa di me

In Post-moderno rock Testa adopera neologismi del nostro mondo social virtuale e contemporaneo. È una canzone che osa, pungente, che risulta senz’altro diversa dalle altre tracce dell’album: “farsi un selfie sulla spiaggia fra barconi e minislip / da postare su Facebook / […] / le manovre del governo raccontate dentro ai Tweet / che se passa la fiducia poi diventano uno spot”. Ci ricorda qualcuno?

Vivace ed incalzante Sotto le stelle il mare, ironica e scanzonata: “Se trovo le parole, ti dico quanto mi piaci: non le trovo, ma tanto non mi piaci più”. Merica Merica è un canto popolare di emigranti italiani in America Latina, in particolare di contadini veneti in Brasile. Gianmaria Testa lo esegue durante uno spettacolo teatrale con Giuseppe Battiston. Testa suona la chitarra resofonica (il dobro) e l’armonica a bocca, mentre Battiston legge alcune toccanti lettere scritte dai migranti ai propri cari. Per ricordarci che anche noi siamo stati migranti e abbiamo dormito sulla terra nuda.

La traccia che chiude il disco è X agosto, la meravigliosa poesia di Giovanni Pascoli musicata da Testa. Il testo è invariato, ma con la straordinaria forza espressiva che la musica fa acquistare ad ogni parola. Dei versi strazianti, riproposti con la grande interpretazione e sensibilità di Gianmaria Testa.

E’ stato un lavoro certosino, quello degli ingegneri del suono che hanno rimasterizzato le registrazioni. Sembra dovuto ringraziare Paola Farinetti per avere tirato fuori dal cassetto i lavori incompiuti di Gianmaria Testa, condividendoli con noi e riconsegnandoceli intatti, senza sovraincisioni, perché, come spiega, lui non avrebbe potuto dire la sua. “Prezioso” è un album imperdibile per gli amanti del cantautorato: che grande emozione poter riascoltare la sua voce in questi bellissimi ed inediti brani.

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