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Mannequin Pussy – Patience

2019 - Epitaph Records
punk / indie

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Tracklist

1. Patience
2. Drunk II
3. Cream
4. Fear/+/Desire
5. Drunk I
6. High Horse
7. Who You Are
8. Clams
9. F.U.C.A.W.
10. In Love Again


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Giunti al terzo disco con “Patience”, per la prima volta con la pregiata effigie di Epitaph Records dopo un paio di pubblicazioni su Tiny Engine, i Mannequin Pussy sono pressoché sconosciuti dalle nostre parti ed è giunto il momento di rimediare. Perchè il combo di Philadelphia è un’autentica rivelazione nell’ambito di riferimento – un punk-rock macchiato qua e là di shoegaze e reminiscenze indie/grunge – ed è pronto a spiccare il salto decisivo e proiettarsi di peso nelle orbite più alte e preziose della scena.

D’altronde la band composta da Marisa Dabice (chitarra e voce), Thanasi Paul (chitarra), Colins Rey Regisford (basso) e Kaleen Reading (batteria) sembra aver concluso un percorso artistico iniziato con il punk-garage furioso dell’esordio “GP” (2014) e virato nel successivo “Romantic” (2016), nel quale irruenza e rumore rallentavano di fronte ad una formula più trattenuta e melodica, istintiva ed ingenua, a conti fatti non sempre funzionante a dovere. 

Patience” è invece maturo e compatto nel combinare gli elementi dei primi due lavori, mettendo bene in mostra tante forti anime. Certo, il background principale rimane quello del punk-rock, ma l’abilità principale dei Mannequin Pussy è quella di sfumarlo in svariate declinazioni. C’è l’indie rock reazionario della title-track e della successiva Drunk II (nel quale fa la sua comparsata anche un assolo di sua maestà J Mascis), il popgaze di Fear/+/Desire e della conclusiva In Love Again, che sembrano disegnare quello che sarebbe potuto essere il futuro luminoso dei Title Fight se solo non si fossero bevuti il cervello, gli assalti frontali di stampo puramente hardcore Clams, Creams e Drunk I e ancora la splendida ballata High Horse, un climax suggestivo che si regge sulla bella voce della Dabice, prima intenta a galleggiare su nuvole di romanticismo poi a sganciare ordigni di pura rabbia. 

Sembra tutto semplice per i Mannequin Pussy, che in 26 minuti tirati e coinvolgenti mettono in fila una decina di pezzi memorabili e ricchi di sfumature, e pur senza scendere a compromessi regalano un disco punk moderno e sostanzialmente perfetto. 

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