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Willie Nelson – Ride Me Back Home

2019 - Legacy
songwriting

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Tracklist

1. Ride Me Back Home
2. Come on Time
3. My Favorite Picture of You
4. Seven Year Itch
5. Immigrant Eyes
6. Stay Away From Lonely Places
7. Just the Way You Are
8. One More Song to Write
9. Nobody’s Listening
10. It’s Hard to Be Humble [ft. Lukas Nelson and Micah Nelson]
11. Maybe I Should’ve Been Listening


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La leggenda del country Willie Nelson, 86 anni e ben 68 album in studio alle spalle, è tornata, come fa del resto ogni anno dal 1962 in poi, con un nuovo album, intitolato “Ride Me Back Home” e rilasciato il 21 giugno 2019.

Il cantautore texano è inarrestabile, e, come canta in One More Song To Write, la sua vita è un libro aperto, di cui ci invita a sfogliare le pagine e dare un’occhiata. Ha ancora un’altra canzone da scrivere – ed una è dire poco – ed una collina da scalare. Il brano che da il nome all’album, Ride Me Back Home, è stato scritto da Sonny Throckmorton, che abita non troppo distante dal ranch texano di Nelson, il quale ospita oltre 70 cavalli salvati dal macello: la canzone si presenta come un toccante tributo a quei cavalli che hanno visto tempi migliori.

È impossibile non notare come la voce di Nelson sia rimasta straordinariamente inalterata dagli anni e dal tempo, che lui stesso vuole sfidare con un sorriso e con il ritmo incalzante di Come On Time: “Ti ho battuto in passato, dai Tempo, che cosa hai serbo per me questa volta?”. Il pezzo è scritto in collaborazione con il produttore ed amico Buddy Cannon, assieme alla già citata One More Song To Write e a Seven Year Itch, dalle note swing.

Scritta con Cannon è anche la splendida ballata Nobody’s Listening, dal testo profondo e struggente:
In questi giorni di cambiamento e comunicazione di massa / Sembra che nessuno sia collegato ai suoni della disperazione / […] / Ora lo scrittore prende la sua penna / E cerca di trovare le parole / Anche se più e più volte / Non vengono ascoltati”.

Nelson ci ripropone in un jazz pianistico un altro meraviglioso brano, datato ’72, del suo repertorio: Stay Away From Lonely Places. “Fatti vedere a tutte le feste / Vestiti con stile / E stai lontano dai posti solitari per un po’”. Perché imparare a convivere con la solitudine richiede del tempo e il dolore può prosperare facilmente.

Altrettanto emozionante è Maybe I Should’ve Been Listening, scritta da Buzz Rabin: la storia di un amore
finito ma impossibile da dimenticare, in cui uno dei due va avanti mentre l’altro rimane indietro. It’s Hard to Be Humble, scritta da Mac Davies, contiene invece una velata satira politica “ad un certo presidente” -Trump ndr-, ed è eseguita da Nelson con i figli Lukas e Micah. Poi alcune cover, tra cui la celebre Just the Way You Are di Billy Joel – che Nelson ci propone in una versione che gli è propria, e, se possibile, più efficace – , My Favourite Picture of You e Immigrant Eyes, entrambe del cantautore texano Guy Clark. La prima è dedicata da Clark alla moglie scomparsa, la seconda è invece dedicata ai migranti e ai loro occhi, che ci ricordano di non dare nulla per scontato.

Ancora una volta, Willie Nelson ha confermato le sue grandi doti di cantautore ed interprete. Con i suoi 86 anni ed una lunga carriera alle spalle, cavalca la scena musicale un po’ come farebbe con i cavalli del suo ranch. E noi gli auguriamo di avere sempre un’altra canzone da scrivere ed una collina da scalare.

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