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Fly Pan Am – C’est Ça

2019 - Constellation Records
avant rock

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Tracklist

1. Avant-gardez vous
2. Distance Dealer
3. Bleeding Decay
4. Dizzy Delusions
5. Each Ether
6. Alien Syntropy
7. One Hit Wonder
8. Discreet Channeling
9. Interface Your Shattered Dreams


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Intanto lo annuncio subito: è raro trovare una band, o meglio, un disco di una band che si è portata dietro tutto il suo bagaglio facendo una cernita ben ponderata rispetto al materiale che si può o meno utilizzare nell’anno 2019. L’ultimo disco dei Fly Pan Am, intitolato quasi tautologicamente “C’est Ça“, è un’esperienza caleidoscopica di generi, quasi un ritorno alle produzioni crossover/mesh dell’inizio del nuovo millennio, ma senza essere preso di petto, leggermente di sbieco.

Come già sappiamo, la band è una delle punte di diamante assieme ai Godspeed You! Black Emperor che hanno determinato il suono dell’etichetta canadese dagli anni ’90 agli inizi del 2000 (senza considerare le band che ne derivano come Silver Mt. Zion, Hiss Tracts, e così via). I FPA, formati nel 1996 a Montreal, hanno condiviso con i GY!BE la chitarra di Roger Tellier-Craigche per poi passare stabilmente ai FPA. Chiaramente sono passati 15 anni dall’esperienza del previo disco “N’ecoutez Pas“, e, sempre nel loro stile metamusicale, ci troviamo davanti questa nuova esperienza di generi, come una lunga falcata che ripercorre senza riferimento cronologico, esperienze compositive mescolate.

Si parte dall’ostica Avant-gardez vous (musique concrète/abstract) per poi scivolare ex abrupto nel krautrock slavato di Distance Dealer, ritmo stabile, cambi di pitch nostalgici, con wall of sound che condiscono il tutto (stessa cosa anche in Bleeding Decay, in cui le corde si muovono all’unisono e le ritmiche costanti accompagnano questa lunga salita). Con Dizzy Delusions ci si muove sui toni dell’ambient, con intromissioni di noise digitale e momenti eterei alternati. Con Each Ether, sembriamo piombati nel bel mezzo degli anni ’90 (Sonic Youth, Pinback, Porcupine Tree a tratti) e, come ripeto, la patina nostalgica che ricopre tutte le tracce, è parte del fascino di questo disco così tanto démodé da essere assolutamente attuale in un’epoca événementielle in cui le categorie vengono eliminate e si sormontano senza soluzione di continuità. La stessa cosa avviene in maniera ancora più evidente nel pezzo One Hit Wonder (anche qui, il sincretismo viene evidenziato specialmente per l’unione di elettronica e growl che, stranamente dalle aspettative, ovatta il risultato totale “dolcemente”) tra psichedelia e trance, elegante, posata, ambient nel suo complesso.

C’est Ça” non può che essere riassunto con l’invito ad ascoltarlo, senza tante ciarle. Parlare di un fenomeno quando se ne è al di fuori, non è la stessa cosa che viverlo da dentro. Ebbene, vi invito ad entrare.

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