01. Ami Ni Mo Makezu
02. The Other Side
03. Down the Coast
04. Be No One
05. Bad Ideas
06. Take It Slow
07. Trapped in the Wall
08. See How I Leave
09. San Francisco
10. La peur
11. Out of Town
12. Baignade
“IMANUST” è il primo LP firmato Génial au Japon, duo francese tutto al femminile composto da Blandine Peis (sintetizzatori, voce) ed Émeline Marceau (chitarra, drum-machine, voce), formatosi nel 2016 come parte integrante del progetto Collectif du Fennec e con base a Bordeaux.
Cosa ci piace di loro? Beh, innanzitutto che ci regalano la bellezza di 12 tracce senza sciacallare dall’ottimo EP di debutto “In Between” (2017). Tanta nuova musica per le nostre orecchie, dunque. Poi, diciamocelo, non sono molte le band che si avventurano in quel limbo micidiale che si trova a cavallo di indie ed electro-pop, specie con una squadra ridotta all’essenziale. Sarà il cossiddetto “French touch” (si vedano Air e Daft Punk), chi lo sa. Sta di fatto che Blandine ed Émeline sguazzano in quel limbo con invidiabile confiance ed “IMANUST” ne è la prova.
Si parte con l’ammissione da parte delle stesse di conoscere poco o nulla della cultura giapponese (Ame Ni Mo Makezu), nonostante il nome scelto per la band (traduzione in francese di “Big In Japan”, famosissima hit dei tedeschi Alphaville datata 1984). Chiarito l’intento autoironico del progetto, le Nostre decidono di giocare subito alcune delle loro carte migliori: prima con The Other Side, tra emozionanti crescendo di tamburi, spasmi vocali e sirene dal retrogusto steam-punk, poi con il delicatissimo trance-pop di Down the Coast. Non sono certo da meno gli appiccicosi riff di Be No One, degni della migliore St. Vincent, o le ansiogene drum-machine della ben più orchestrale Bad Ideas. La seconda metà del disco, racchiusa tra sognanti uccellini (Take It Slow) e nostalgici echi (Baignade), ci sorprende invece con qualche episodio decisamente più commerciale (See How I Leave), così come sperimentazioni yorkiane degne di nota (Trapped in the Wall) e martellanti francesismi dai lunghi deliri sintetici (La peur). In generale, anche quando si approcciano più pericolosamente al radio-friendly, le Génial au Japon riescono comunque a farci sorridere con la loro attitudine kitsch (San Francisco) o emozionare coi loro dolci tribalismi (Out of Town), rievocando l’electroclash di Goldfrapp così come un certo art-pop scandinavo anni Duemila (The Knife, Fever Ray).
Pur rimanendo fedele all’idea iniziale del progetto, “IMANUST” rappresenta un passo avanti per il duo francese: ritmiche sempre più incassate, sintetismi sempre più travolgenti ed approcci vocali sempre più schizofrenici. Una sorta di Warpaint in salsa LCD Soundystem. Insomma, uno tsunami elettronico che non merita certo di passare inosseravato. Poi, in quanto a musica pop, sembra che al di là delle Alpi stia prendendo forma una scena électro senza precedenti, revival come avanguardista: Agar Agar, Flavien Berger, Grand Blanc, L’Imperatrice, Le SuperHomard e chi più ne ha, più ne metta. Bene, noi vi diamo una dritta: Génial au Japon potrebbe essere il nome del nuovo cavallo su cui puntare.