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Refused – War Music

2019 - Spinefarm Records / Search & Destroy
hardcore punk

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Tracklist

1. REV001
2. Violent Reaction
3. I Wanna Watch The World Burn
4. Blood Red
5. Malfire
6. Turn The Cross
7. Damaged III
8. Death In Vännäs
9. The Infamous Left
10. Economy Of Death


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Prima volevate che si riunissero, poi lo han fatto e cos’è successo? Vi siete lamentati. “Freedom” non era abbastanza Refused per voi. Per inciso era un gran disco ed era Refused eccome. Ma voi volevate la violenza – non è vero perché desideravate solo uno “Shape” pt.II. Eccovi accontentati.

No, “War Music” non è la Seconda Parte di quel disco là, ma la violenza c’è, eccome se c’è. È il disco che ci si aspettava dai Refused, parola dei diretti interessati, eppure a me suona come una sorta di evoluzione a metà del suo predecessore, solo più rabbioso, sanguigno, battagliero. Musica da guerra, per andarci a pugni spianati, denti digrignanti, odio che sgorga da ogni dove, anti-repressione punk adulta e ragionata. I labirinti ritmici hanno inevitabilmente lasciato spazio all’assalto frontale, lucido ed affilato.

L’hardcore fatto da chi lo ha mutato è un genere che domina chiunque tenti di farne anche solo una versione appena meno decisa: Turn The Cross ed il rovesciamento religioso che ottunde i sensi porta in dote batterie ipercinetiche e roboanti e cori anti-gospel; REV001 fa ballare al ritmo della rivolta e swedish rock’n’roll sia; i Black Flag sono scomparsi troppo presto e un terzo movimento di Damaged non lo hanno scritto quindi ci pensa Lyxzén e grida disperato “I am not alone” su di uno stomp mid-tempo che lacera i tessuti. Le chitarre di Steen si sono fatte più affilate che mai ma traccheggiano sempre più spesso in posizione di guardia sia sul death punk di Violent Reaction che sulle sgomitate melodiche di Death In Vännäs (con tanto di archi nascosti sullo sfondo). L’opprimente pressa idraulica di The Infamous Left assieme alle strane sensazioni del lento incedere Malfire rendono il tutto, nella sua regolata sregolatezza furia animale allo stato brado.

C’è solo un problema: la violenza da voi invocata si porta dietro una mancanza di sorprese, elemento che invece permeava “Freedom”, da qui l’evoluzione a metà e la sensazione di incompiutezza. “War Music” come inizia finisce. In mezzo solo una gran dose di colpi di mazza da baseball. L’avete tanto voluto, no?

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