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Julie’s Haircut – In The Silence Electric

2019 - Rocket Recordings
psych rock

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Tracklist

1. Anticipation Of The Night
2. Emerald Kiss
3. Until The Lights Go Out
4. Lord Help Me Find The Way
5. Sorcerer
6. Darlings Of The Sun
7. In Return
8. Pharaoh's Dream
9. For The Seven Lakes


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In The Silence Electric” celebra i vent’anni d’attività di una delle più longeve band nostrane, il collettivo emiliano Julie’s Haircut. In questo nono LP, secondo per l’inglese Rocket Recordings, etichetta di tutto rispetto nel variegato mondo della psichedelia contemporanea (Gnod, Goat, Josefin Öhrn + The Liberation, MIEN, Pigs x 7, Teeth Of The Sea), i Nostri si mostrano in una delle loro forme più allucinate di sempre: quello che era cominciato come un sogno garage-rock (“Fever In The Funk House“, 1999) sembra essere lentamente degenerato in un incubo psicotropo.

Alle note di pianoforte lontane e alle riverberate fuori controllo di Anticipation Of The Night il compito di ipnotizzare l’ascoltatore. A seguire un paio di episodi decisamente più incazzati: Emerald Kiss, crescendo di ottoni su un’ossessiva linea di basso (che ricorda vagamente “Motherfucker Core” dell’amico Gioele Valenti), e Until The Lights Go Out, schizofrenica esplosione noise tutta Sonic Youth. Il cambio di marcia arriva con Lord Help Me Find The Way, una riuscitissima ballatona drone-blues emblematica dell’amore dei Nostri per Sonic Boom (con cui hanno collaborato per il disco “After Dark, My Sweet” nel 2011) e – più in generale – per l’universo Spacemen 3 (potrebbe essere la loro “Lord Can You Hear Me?“, per intenderci). All’insistenza motorik di Sorcerer il compito di ricaricare i livelli di adrenalina (una buona mossa, si veda “Energy” nell’ultimo disco dei TOY) prima di avventurarci in coda all’album, tra rarefatti trip-hop spaziali (Darlings Of The Sun), dystopicdisco (l’eccellente Pharaoh’s Dream) ed echi industriali senza tempo (In Return, For The Seven Lakes). Suicide, Mercury Rev, Nine Inch Nails, free jazz ed alchimia junghiana sono solo alcuni degli ingredienti meglio identificabili in “In The Silence Electric“, un lavoro complesso ed ambizioso, che – a sentire frontman Luca Giovanardi – tratta del “classico dualismo tra sesso e morte”.

I Julie’s Haircut ci ricordano per l’ennesima volta che non dobbiamo guardare troppo al di là delle Alpi per trovare la “roba buona”. Certo, sarebbe tutto ancora più bello se parlassimo di un prodotto italiano al cento per cento. Purtroppo, per farsi un seguito internazionale, sembra sia ancora necessario passare per Albione: non solo Julie’s Haircut, Mamuthones e Lay Llamas con Rocket Recordings, ma anche JuJu, New Candys, Sonic Jesus e The Gluts con Fuzz Club. “In The Silence Electric” è l’ennesimo ottimo disco italiano made in the UK e – in quanto tale – dovrebbe portarci a riflettere sulla situazione odierna dello stivale: davvero vogliamo vivere per sempre di masturbazione cantautorale e trap?

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