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Cigarettes After Sex – Cry

2019 - Partisan
slowcore / dream pop

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Tracklist

1. Don’t Let Me Go
2. Kiss It Off Me
3. Heavenly
4. You’re the Only Good Thing In My Life
5. Touch
6. Hentai
7. Cry
8. Falling In Love
9. Pure


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A due anni di distanza dell’esordio eponimo, “Cry” riprende il discorso lì dove era stato lasciato: in K. veniva cantata l’attesa; qui la permanenza dell’amore (Don’t Let Me Go).

È un eterno ritorno dell’uguale il suono che dipinge la musica dei Cigarettes After Sex. Uno stato – autunnale, notturno, sognante – che si ritrova e si ripete, attraverso una serie di variazioni quasi impercettibili. Dal 2012, anno di uscita del primo Ep, “I”, passando per il debutto nel 2017, “Cigarettes After Sex”, sino a questo sophomore, Greg Gonzalez, frontman del trio di El Paso, ci parla dell’amore, della sessualità, delle relazioni, e della loro fine, e ci confonde, perché l’enigma della sua voce androgina, femminile, infonde una dolcezza tale anche quando rappresenta la sua donna come un’effige erotica, una «pentahouse pet» da venerare (You’re the Only Good Thing In My Life). È una danza letargica e lisergica, che abbraccia e strizza l’occhio al lento incedere badalamentiano (Heavenly, Cry) – costruita su vibrazioni simili ma mai uguali; una ripetizione cinematica sulle infinite variazioni dell’amore. L’amore bugiardo (Touch), le conseguenze dell’amore (Kiss It Off Me), l’amore che resta (Falling In Love).

Oltre ai numi tutelari, Slowdive e i Mazzy Star su tutti, Gonzaleg cita, nelle sue interviste, il cinema europeo – quello di Antonioni e di Kieslowski –, e menziona “La Question” di Françoise Hardy. Insomma, si rifà di quell’arte europea colta, libera e profondamente sensuale. Eppure quello charme nella scrittura che aveva caratterizzato il primo album – Flash citava il Leonard Cohen di “The Future” (« the light could only get in through the cracks» ) – qui, in parte, si smorza.

Ripresentando quel rock sognante e rallentato, “Cry” allora altro non è che una madeleine del primo album, un ritrovamento, un sentirsi comodi in quel senso di nostalgia che (forse) non deve essere cambiata, ma solo ritrovata. Un eterno ritorno dell’uguale; una stagione che si ritrova e si ripete. E ancora?

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