Golden Heir Sun – Holy The Abyss

“Holy The Abyss” è un piacevole connubio di musica, danza ed immagini, una preghiera per riconnettersi con la natura, l’unica vera forza che ci tiene in vita. Un concept profondo e tutt’altro che scontato che affonda le sue radici nella consapevolezza del nostro ruolo.

E’ necessario comprendere che siamo solo di passaggio perché la natura è abbastanza e vincerà sempre. Un postulato cosmico reso in musica da Matteo Baldi, chitarrista della band post metal veronese WOWS, alla ricerca anche questa volta di atmosfere oscure e paesaggi malinconici.

Un pezzo unico dalla durata di venti minuti accompagnato da immagini lugubri rappresentative di un’esperienza onnicomprensiva tesa a descrivere la natura che ci avvolge in ogni singolo istante. La presenza di Giulia Chiarantini come ballerina ed Elide Blind ai visual è importante quanto l’atmosfera ricreata dalle chitarre spesso riverberate di Golden Heir Sun, che dimostra un certo gusto in termini espressivi e compositivi. nulla fuori posto, nessuna componente che prevale sull’altra, un equilibrio sonoro e visivo accattivante. privarsi di una o dell’altra ne comprometterebbe l’indole espressiva.

Un nuovo percorso non molto distante da quello intrapreso dalla sua band ma che vanta un’impostazione live atipica quanto obbligata, specie se volta alla coesistenza delle tre componenti artistiche. la forza comunicativa di “Holy The Abyss” poggia su questo e non solo, poiché lascia all’ascoltatore una certa libertà interpretativa, solitamente mascherata per l’assenza di un reale contenuto. Qui il concept c’è ed è esposto così bene da immergerci nei nostri pensieri primordiali, quasi un monito ad abbandonare quelle che sono le nostre invenzioni artificiali quali il lavoro, la legge, lo stato, Netflix, l’iphone…

Più di una chiave di lettura presente in “Holy The Abyss”, un inchino ad una forza incontrollabile dalla quale è possibile riemergere, ma solo dopo aver toccato il fondo dell’infinito cratere dell’abisso.