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Jacopo Facchi – Stray Dogs

2019 - autoproduzione
indie folk

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Tracklist

1. Eat Like A Dog
2. See
3. The City
4. Philadelphia
5. The Note


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Stray Dogs” è il primo album solista di Jacopo Facchi, cantautore nostrano di origini bresciane trasferitosi negli Stati Uniti che prova a mettere in musica i suoi pensieri, esperienze e vagare tra una città all’altra in uno stile che cerca di ispirarsi ai grandi della musica acustica, come Mark Knopfler, Chet Atkins e la musica folk americana.

In realtà tuttavia “Stray Dogs” sa più di album dal sapore acoustic pop ed “indie” indefinito ed indefinibile con qualche leggera sfumatura folk e di richiamo alla musica della frontiera americana. Le storie che le cinque canzoni dell’album ci raccontano sono di amore, riflessioni e viaggi, con una impostazione intima ma non quanto probabilmente l’artista vorrebbe che fossero cozzando con la narrazione musicale; insieme che arriva bene all’orecchio ma che non incide più di tanto nella maggior parte delle tracce. Tutto suona molto mentale, molto tecnico – nel quale Facchi è davvero molto dotato e capace – ma poco ruvido e profondo, poco folk nell’aspetto vocale che risulta, come dicevamo, più armonico e pop. Ne esce quindi un disco per la maggior parte poco incisivo che non possiamo definire brutto o fatto male, bensì una sperimentazione interessante e con molti punti apprezzabili.

Innanzitutto la duttilità di Jacopo, che riesce a fare suo l’aspetto strumentale di un genere musicale complesso e che interpreta a livelli davvero eccellenti in The Note, ultima traccia del disco. I testi delle canzoni sono scorrevoli ed evocativi, intimi e trasposti in armonia con capacità notevole da far invidia a molti artisti molto più navigati e conosciuti. In modo particolare a colpire sotto questo aspetto è See ed il suo approccio al “Cogli l’attimo” non banale ed intimo, senza tuttavia risultare troppo personale e quindi di difficile interpretazione e nell’identificarvisi. Anche The City colpisce molto come pezzo, ma cantato da una voce femminile più intensa e graffiata l’avrebbe portata senz’altro ad un livello superiore e di maggior impatto emotivo. Anche “Philadelphia”, considerata con una ottica da acoustic pop risulta un buon pezzo, descrittivo e che rende l’idea della sensazione di esplorazione e scoperta della città. La canzone infatti venne scritta da Jacopo Facchi dopo il suo trasferimento nella stessa.

In linea generale quindi ci troviamo davanti il disco di esordio di un giovane talentuoso e coraggioso, dalle spiccata tecnica di esecuzione e dotato di un buon orecchio, capace di portarlo a creare arrangiamenti non banali e sinceri. Personalmente, lo ritengo il primo punto di una potenziale parabola piuttosto ampia e di spessore, che ancora deve trovare pezzi della propria identità musicale e consapevolezza artistica, che poi potrà essere riversata nei propri lavori. “Stray Dogs” è l’ennesima conferma che nel panorama nostrano i veri giovani talenti non mancano, e che la scena musicale è più in fermento di quanto pensiamo.

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