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Animatronic – REC

2019 - La Tempesta Dischi
prog math rock

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Tracklist

1. TEDDY RED & JENNY RIDE
2. FL1PPER#
3. LA7
4. 6SBARRE S.A.S.
5. FORMULA
6. CROSSING
7. TIN-TIN
8. IN CUBO
9. GHOSTREK
10. ZABRAN
11. SEITAN
12. FUORI DI NASTRO
13. FANKI!?
14. DCP
15. TRONOFOBIA


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Com’è che faceva quel detto? C’è del grezzo in Italia. No? Beh, fatevelo andar comunque bene perché è su queste coordinate che si posa il volo degli Animatronic. Certo, se volessimo tirare fuori la definizione – ormai alquanto desueta – “power trio” faremmo centro pieno, perché Luca “Worm” Terzi, Nico Atzori e Luca Ferrari di power ne hanno da vendere. E poi sono in tre. Quindi ci siamo.

Da queste parti si viaggia sulle latitudini di un rock rigorosamente strumentale – eccezion fatta per qualche versaccio piazzato qui e là – a mò di ramata sui denti mentre si sfreccia a velocità considerevole, seminale diremmo in un altro secolo, diretto ed urgente nel suo mutismo lirico eppure eloquente. Tutti ingredienti necessari per la riuscita di un album di debutto stracazzuto come si deve.

Tra le strade di “Rec” ci si può imbattere in una moltitudine di sfaccettature che rendono il tutto un colpo di cannone dritto nello stomaco: le contorsioni psychiche in odor Earthless di 6SBARRE S.A.S vanno a picchiare la faccia sulle mura di cemento di TEDDY RED & JENNY RIDE e sulle cavalcate metalliche di TIN TIN, inframezzata di fraseggi 6-4 corde da sogno progressive ma che in fondo ti fa venire voglia di sbraitare “CROM!”, preludio ad una zuffa coi fiocchi tra i peggio mostri dell’orda del pogo. Che a Ferrari piacessero i Melvins ce n’eravamo già resi conto su “Requiem”, perché non palesarlo anche qua, e così ecco CROSSING, un pezzo così heavy da sentirne il peso dritto sulla schiena, con la chitarra di Worm che scanna prima piombo, poi superrock assolo e poi si getta dritta in un fiume math stortissimo che ti finisce a sassofonate sugli zebedei. IN CUBO è l’acido che ti sale dritto su per la spina dorsale e che allenta ogni singola vertebra fino a che non salta per aria tutto che pare di essere entrati nel reame math di sua maestà Damon Che e in quella del noise di Chris Spencer.

Ci sono poi altalene di melodia pura cesellate dal basso di Atzori e rifinite dalla chitarra, nelle lunghe distese desertiche su classe stoner di SEITAN e se il medioriente fosse un gomitolo di cavi elettrici si chiamerebbe GHOSTREK, mentre lo spaccone del bar, molleggiato r’n’r lento lento e FUORI DI NASTRO. Se poi, metti caso, salisse quella voglia di Funkadelic, però virati Motorhead ci potremmo rifugiare sotto l’ombrellone colorato di ZABRAN e FANKI?!

Se aguzziamo lo sguardo li vediamo là, in lontananza, i mostri animatronici, pronti a fare di un solo album un tumulto sotto il fuoco di fila elettrico a raffiche cazzute e gran sassate, lambiti dal fuoco e da colate di piombo colorato. Questi tre sono proprio fuori.

P.S.: ma poi che cazzo di suoni ha tirato fuori fratello Alberto?

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