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Centophobia

Ma il vinile sta tornando sul serio di moda? Qualche dato dal mercato 2019


Photo by Luana De Marco on Unsplash

Chiunque si occupi di musica come prodotto culturale e di consumo si sarà per forza di cose imbattuto nel ritorno dei dischi in vinile nei negozi e negli store online. Un supporto dal sapore vintage che sembrava defunto con l’avvento prima del cd e poi soprattutto del digitale. Una controtendenza che fa però il paio con quel fenomeno retromaniaco che Simon Reynolds ha concretizzato e reso sistemico nel suo ottimo libro intitolato per l’appunto “Retromania”, edito da Minimum Fax in Italia.

Ma il ritorno del vinile è reale o è solo una percezione? Vediamo qualche dato.
Tornando indietro di un anno, i dati resi disponibili da da Nielsen Music, nel primo semestre 2018 sono stati acquistati 7,6 milioni di vinili negli USA. Il 13esimo anno consecutivo con il segno positivo per la vendita di vinili in continua crescita. Dati che erano spariti dall’ormai lontano 1990, un ritorno indietro di 30 anni, segno che che c’è la volontà di un ritorno ad un’esperienza di ascolto più lenta e attenta, magari da soli con i nostri giradischi ed una bella birra.


E in Italia?
Fimi ci dice che in Italia c’è un trend di crescita generale del +5% globale del mercato musicale nel primo semestre 2019. Gli abbonamenti sono la novità che hanno prodotto un ricavo in crescita del 32% rispetto al 2018.
Non dobbiamo però farci troppe illusioni, il digitale sta realmente facendo la voce grossa nel grande mercato musicale rappresentando il 73% del mercato italiano, un enormità, che va in rapporto all’ulteriore declino del supporto fisico, sceso del 26%.

Ma il vinile tiene botta e cresce anche in Italia: con il +4,8% ha proseguito la sua curva di crescita coprendo il 31% di tutto il mercato dei supporti fisici. Complessivamente, dunque, il segmento fisico rappresenta il 27% del mercato, oltre dodici punti di percentuale in meno rispetto al 2018, ma in cui è in realtà il cd a soffrire di più.
Il vinile lotta e resiste insieme a noi: mettiamoci le cuffie e spegniamo gli smartphone.

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