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Macelleria Mobile Di Mezzanotte – Noir Jazz Femdom

2019 - Subsound Records
industrial / doom jazz

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Tracklist

1. Death Was Last To Enter The Nightclub
2. Devotion
3. Heavy Clouds Like The Skyline Of Your Heart
4. Noir Jazz Femdom
5. Neon Lights Say You Will Die Tonight
6. Methadrome


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Vent’anni di carriera non sono pochi, soprattutto se passati nella penombra del sottosuolo musicale italiano. Tra vie fumose, applicazioni sintetiche, sintagmi retro e notti pesanti in cui restare svegli, Macelleria Mobile Di Mezzanotte tira un lungo filo rosso dal primo album fino a “Noir Jazz Femdom”, rosso come il sangue che scorre prepotente nelle vene dei vivi, o dalle ferite dei morti. Rosso come il bellissimo artwork.

Gli elementi sono fatti per essere combinati, chi mastica jazz lo sa, chi vive sotto i pesanti impermeabili di pelle nera del doom jazz lo sa ancora meglio. Essi si nascondono fino a che diventa inevitabile tenerli a bada. MMM ha iniziato il suo lungo cammino tra cavi elettrici scoperti che calano dal soffitto fino ad atterrare su notturni jazzistici privi di compromesso e pietà. Viene il momento in cui tutto questo, e il viaggio che v’è stato in mezzo, si fonda in un’unica soluzione, venefica, erotica, corroborante. Letale.

I passi, prima uno avanti, due indietro, un altro di lato e infine dritti alla meta della title track danno il ritmo, come una danza urbana che serpeggia su strade lastricate di trip hop, Vincenti è narratore dell’abisso e si inerpica sul fianco del sax di Ferro, sensuale devozione nera come l’inferno più buio. Se di voci vogliamo parlare, e del conseguente tocco freddo, allora è necessario soffermarsi sul contributo di Fabrizio “Malfeitor Fabban” Giannese degli Aborym, che algido come una lama appena uscita da un congelatore penetra il tappeto di synth sfrigolanti di Neon Lights Say You Will Die Tonight, incisa da ritmiche minimal, come gocce che estenuanti cadono in un lavandino imbrattato di plasma e altri rifiuti organici, tra le pieghe di un racconto gibsoniano.

Paolo Bandera, in arrivo direttamente dall’universo SIGILLUM S, complica e abbellisce le trame distensive e spaziali di Devotion, che schiacciano sullo sfondo infezioni nocturne jazz da incubo. All’opposto l’oppressione elettrostatica che plana su Methadrome è un colpo di ghigliottina netto lungo una vita, frastornante, oscuro e ferale.

Forse uno dei dischi più terrificanti di questo 2019. Il modo giusto di chiuderlo è un tacco a spillo puntato alla gola.

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