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Cappadonia – Corpo Minore

2019 - Brutture Moderne
indie rock

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Tracklist

1. Io no

2. Sotto tutto questo trucco

3. Corpo minore

4. Cometa senza coda

5. Iniziare a liberarsi gradualmente di te

6. Stelle latenti

7. Fango

8. Fatti tuoi

9. Siamo in tempo


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Ugo Cappadonia, a distanza di tre anni dalla sua prima produzione “Orecchie di elefante”, con cui si è aggiudicato la nomination come “migliore opera prima” per le Targhe Tenco, presenta il suo secondo lavoro da solista “Corpo minore”.

In questo sentiero quasi astronomico l’insieme di suoni armoniosi e dolci, la decisione degli accordi delle chitarre di Poggipolini e Aloisi sembra quasi trasportarci in una dimensione “nostra”, tra arpeggi e la batteria che spesso oltre che scandire il tempo sembra quasi scandire il peso delle sue parole e dei nostri pensieri.

Corpo minore, terzo brano dell’omonimo album, è un inno a chi all’ombra di pianeti più grandi inizia a crescere a farsi strada,” tu non eri un corpo minore ma un intero sistema solare che neanche riuscivo a vedere”, ci descrive lucidamente come la consapevolezza di se stessi possa renderci migliori e più forti. Come essere corpi minori non deve e non può essere considerato uno svantaggio, ma la possibilità di avere la forza di asteroide celata dietro la bellezza di una stella cometa.

 “Imparare a sopportare il nostro nome e riconoscerci, Iniziare a liberarsi gradualmente di te racchiude quel senso di cambiamento e rinascita, il desiderio di essere migliori senza dimenticare quanto pesa il bagaglio che ci portiamo sulle spalle e senza avere il timore di lasciar scivolare via le sensazioni, le relazioni, le cose, le persone che “pesano” e soprattutto capire quando a “pesare” sulle nostre spalle siamo noi stessi, dandoci l’occasione di essere leggeri liberandoci gradualmente di noi.

La rinascita, la consapevolezza del proprio io, dell’essere un corpo minore con la forza di un pianeta primario è tutta racchiusa nel Fango. Si presenta con una dolcezza disarmante, la chitarra in sottofondo rende questo brano una confidenza intima fatta a noi stessi quando guardandoci allo specchio sussurriamo spesso “Hai sempre scelto male gli occhi a cui voler piacere” e scrutando alle nostre spalle riusciamo a scorgere tutto quello che abbiamo lasciato andar via, quello che ci ha ferito, che ci ha fatto sorridere prima e piangere dopo, quello che non ci è servito e quello che ci ha portati sul fondo, la consapevolezza che nonostante tutto  nel fango abbiamo “costruito un castello che non crolla più”, la sicurezza che pur essendo dei corpi minori avremo pur sempre la forza di “far crollare un sistema solare”.

Cappadonia chiude in bellezza ed eleganza il suo 2019 che senza curarsi troppo di cosa piace e di cosa invece non piace affatto vuole semplicemente dirci che le cose piccole a cui smettiamo di dare importanza sono le stesse che ci salvano o ci distruggono.

Ci conduce in 37 brevi ed intensi minuti in un piccolo viaggio dentro le nostre vite e ci costringe a chiederci quanto del nostro tempo, del nostro vivere e delle nostre emozioni deve essere dedicato a qualcosa o qualcuno che ci considera unicamente un corpo minore e non parte di un sistema solare, sussurrandoci all’orecchio che siamo parte del sistema solare pur essendo corpi minori in continuo mutamento.

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