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Interviste

Superstar di vite vissute: benvenuti nel mondo dei Cheap Date

Photo: Alessio Bucciero

Ci sono band che non hanno bisogno di un intero full lenght per dimostrare il proprio valore. Ci sono band alle quali basta un pugno di brani per far scattare qualcosa, attivare un ordigno immaginario fatto di aneddoti, incontri, scontri e avvenimenti più o meno reali.

In Gloom” è il titolo del primo lavoro di studio firmato Cheap Date, giovanissima band nostrana che danza in Vans e jeans a vita alta in una costellazione di chitarre shoegaze, voci soffuse e ritmiche grunge, capaci di farci allontanare dal panorama italico per permetterci l’atterraggio negli Stati Uniti o nel sound British degli anni ’90 più gloriosi.

Una release apprezzabile non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello umano: i Cheap Date fanno parte di quella scena underground che sopravvive al di sotto della Capitale, e che continua ad arricchire un concetto d.i.y. troppo spesso in sofferenza e del quale, ancora oggi, si fa un po’ tutti troppa fatica ad apprezzare i risultati.

Abbiamo sottoposto qualche nostra domanda a Leandro Ferraiuolo, chitarrista e cantante della band.

In Gloom” è il titolo del vostro primo EP, rilasciato lo scorso dicembre: da allora non si può dire che non si sia creato un certo hype nei confronti dei Cheap Date. Come è nata l’idea di formare questa band e come reputate il riscontro (a mio parere, positivo) ricevuto sin’ora?

Ciao! Innanzitutto grazie per averci dedicato questo spazio su Impatto Sonoro, é un piacere sapere di aver suscitato il vostro interesse dopo gli ultimi mesi di lavoro con i Cheap Date. Come sai, veniamo da un background solido che si chiama CBC, un collettivo creativo d.i.y. formato da bands, illustratori, tatuatori, produttori, fotografi e videomakers che condividono tante idee, ma in primis l’amicizia e la passione per la musica. I CBC Party, i tour e i weekend shows con le varie band (Face Your Enemy, Da4th, One Shall Stand, Above The Trees, Fulci, Kill The Slow, etc.) le registrazioni al Till Deaf Recording Studio e al Deep Down Empire … Insomma, ci sarebbero davvero milioni di storie da raccontare per farvi capire di cosa sto parlando; mi limito a pensare che chi ci ha conosciuto ne ha abbia una vaga idea. Come purtroppo troppo spesso succede nelle piccole città del sud Italia, prima o poi si finisce per emigrare altrove nella speranza di poter costruire un futuro migliore, ed ovviamente anche noi siamo stati vittima di questo fenomeno. Negli anni abbiamo continuato a mantenere la fiamma accesa nonostante i diversi chilometri che ci separavano, fino a che alcuni eventi fondamentali (come il CBC Party) sono diventati praticamente impossibili da realizzare; questo non significa che abbiamo smesso di esistere, ma semplicemente che nell’attesa di ritrovare le giuste energie ed il tempo necessario, ci siamo seduti a un tavolo a condividere la musica tra noi pochi superstiti. Nel Settembre 2018, con la stessa formazione degli attuali Cheap Date, iniziammo a buttare giù qualche pezzo in sala prove: il nome era Ken Park, tributo al regista americano Larry Clark. Per una serie di impegni lavorativi e lauree in vista, si decise di congelare il progetto fino a data da destinarsi; intanto il singolo “142 Pearl St.” venne registrato e piazzato online. Nel settembre 2019 abbiamo smesso di fare gli stronzi, accordato le chitarre e iniziato a scrivere “In Gloom”. Il 19 novembre l’EP era pronto e masterizzato: ci abbiamo messo quattro mesi per comporre, registrare, pubblicare e presentare “In Gloom”; é questo il bello dei Cheap Date, abbiamo fame!

Quattro tracce a cavallo tra grunge, shoegaze e rock, nelle quali si respirano anni ’90 e primi ’00. Quali band vi hanno accompagnato nella composizione dei brani?

Che decennio! Parlo a nome di tutti noi quando dico che alcune tra le più belle produzioni (non solo musicali) che ci hanno influenzato sono uscite proprio in quel periodo. Failure, Quicksand, Dinosaur Jr., la scena di Seattle dei primi ’90, My Bloody Valentine sono solo alcuni tra i nostri ascolti più datati, ma inutile nascondere che il recente revival di quegli anni ci ha particolarmente incoraggiato nella scelta del genere. Supercrush, Nothing, Drug Church e Fiddlehead sono senza ombra di dubbio tra i nostri nomi preferiti del momento.

La scrittura in inglese non è mai cosa facile, soprattutto quando si affrontano temi intimi, di vita vissuta o di aneddoti dai tratti decisamente emo. Quanto si mette in gioco una giovane band come i Cheap Date andando diretta su una lingua straniera, seppur di uso quotidiano?

Bella domanda, questo lo vedremo! Inizialmente con i Ken Park si parlava di scrivere in italiano, e ci abbiamo provato. Quando poi ho scritto “squola” mi hanno tolto la penna. Scherzi a parte, davvero sarebbe stato bello ma é una lingua difficile, paradossalmente l’inglese é più semplice e diretto, credo anche più musicale in rapporto al genere. E come dicevo prima, la maggior parte della musica che costantemente influenza questa band viene direttamente dagli Stati Uniti; é stato solo un processo più naturale e spontaneo. Nonostante questo ascoltiamo e apprezziamo tanta musica con cantato in italiano.

Photo: Alessandro Bucciero

Il vostro release party, un house show con capienza limitata, è andato sold out in breve tempo, come se foste ormai una band navigata. Raccontateci un po’ come incide la scena local del Sud Italia su neonate realtà come la vostra.

Beh, il motivo principale per cui facevamo i CBC Party nei giorni a cavallo tra Natale e Capodanno é proprio perché tutti gli amici emigrati tornano dalle loro famiglie in occasione delle feste. Anche quest’anno purtroppo non siamo riusciti a organizzarlo, ma avevamo bisogno di fare qualcosa; io ero in tour, i ragazzi hanno organizzato il tutto nel giro di un mese. E così, a quattro giorni dal mio ritorno, eravamo lì in casa mia a fare un concerto con ottanta tra amici e gente mai vista prima. La capienza era limitata perché ovviamente essendo una casa avevamo il rischio del crollo del solaio, ma sarebbe stato bello coinvolgere molti altri partecipanti. Nonostante questo, siamo stati felici di vedere facce che non avremmo aspettato quella sera, qualcuno tra nuove band locali e qualche più o meno vecchia guardia di Napoli. A pompare tanto la situazione c’erano i Mendoza in apertura, band punk bella fresca composta da tre amici che vivono non distanti dalle nostre parti: sono felice di pensare che rappresentino un’alternativa punk “scomoda” per tutta quella scena che ha piantato le radici ormai anni fa, e che non vuole troppo saperne di un ricambio generazionale fuori dal proprio stile. W i Mendoza!

I prossimi passi firmati Cheap Date: svelateci in anteprima i vostri piani per il futuro.

Stiamo già scrivendo materiale nuovo per una prossima release. Non sappiamo ancora se abbiamo intenzione di scrivere un disco o un EP; per il momento ci stiamo facendo trasportare dagli eventi. Siamo anche in attesa di ricevere alcune belle conferme, e nei prossimi giorni pubblicheremo un flyer con tutte le date che abbiamo bloccato da qui all’inizio dell’estate. Nel frattempo, ci troverete il 14 febbraio a Bari e il 15 a Cosenza, mentre a marzo saremo a Cesena e Milano, rispettivamente il 13 e il 15 del mese.

Spesso la scena musicale del sud Italia viene snobbata o, peggio, ignorata dai più. Quali band, secondo voi, meriterebbero più attenzione? Si tratta ancora di un panorama legato ai club e ai circoli, o piccoli e medi collettivi si sono attrezzati per muoversi in maniera d.i.y.?

Sarà per questioni logistiche o per assenza di spazi, ma ormai da dieci anni a questa parte prima di tutto le band più grosse hanno perso interesse nello scendere addirittura sotto Bologna; questo fenomeno ha inevitabilmente coinvolto anche i più giovani. Non c’é la stessa continuità nella realizzazione dei concerti di città come Venezia o Milano, ma vi assicuriamo che qui la gente ha una certa voglia di divertirsi. Ed é proprio per questo che quando succede, succede alla grande: Napoli canta in coro allo “Scugnizzo Liberato”, Bari ha ancora tante band da ospitare a “Le Macerie”di Molfetta, a Cosenza i nostri amici di SBS Family continuano a trovare posti assurdi dove fare concerti (dal “Garage” al “Banana Collective Tattoo Shop”), mentre il SuperBowl Hardcore 2019 ha avuto luogo lo scorso 28 dicembre a Pescara.
Di realtà ne esistono, ma non bisogna avere paura di entrare in macchina e andare a prenderle di petto. Proprio stasera mentre scrivo queste righe a casa con la febbre, allo “Spartaco” di Santa Maria Capua Vetere (CE) si terrà un’assemblea per calendarizzare i concerti che ci saranno quest’anno dopo la recente ristrutturazione dei suoi spazi. Proprio per questo vi invitiamo a tenere occhi e orecchie aperte, avremo tanto da dire nelle prossime settimane.

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