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Padus – Colloqui Con Satana

2019 - autoproduzione
doom metal

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Tracklist

1. L’oscura saggezza
2. Ballata sulla fossa
3. L’occhio di Giove
4. Angolo buio
5. Padre (Padus)
6. Terra di mutazioni
7. Resurrecturi
8. L’oltre


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Ha un fascino che definirei quasi casereccio questo “Colloqui con il satana”, oscurissimo debutto autoprodotto del progetto musicale Padus. A tenere le redini di questa mostruosa bestia infernale è Matteo Zanella, tuttofare proveniente dalla provincia di Rovigo con una smisurata passione per il doom metal dalle tinte più fosche e orrorifiche.

L’artista veneto lavora in totale autonomia: oltre a suonare basso e organo, programma la drum machine e recita (in italiano) lunghi sermoni apocalittici talmente morbosi da risultare eccessivi anche per il genere in questione. Da ogni angolo sbucano fuori demoni, morti, tracce di sangue e una quantità incalcolabile di puzze…se amate i testi oltremodo truculenti, queste otto canzoni fanno per voi.

Se siete deboli di cuore, lasciate perdere: “Colloqui con il satana”, nonostante la durata contenuta, è un tour de force di malvagità e atmosfere mortifere tanto naïf quanto ricco di idee interessanti. Forse è solo una mia impressione, ma credo ci sia molto amore dietro questo esordio. Zanella ci mette il cuore, confezionando un’opera che non soffre per nulla la sua dimensione lo-fi.

Il one man band di Rovigo riesce in qualche modo a sfruttare i limiti tecnici per conferire maggior profondità ai brani, inserendo qua e là tracce di ambient, drone e persino musica sacra  (L’occhio di Giove, Padre (Padus)). Un esempio di creatività e coraggio da lodare.

La scelta di non registrare tracce di chitarra e lasciare campo aperto a un distortissimo basso elettrico è un altro punto a favore per Padus, autore di riffoni davvero memorabili (quelli di L’oscura saggezza, Ballata sulla fossa e Terra di mutazioni sono tra i migliori). Album acerbo ma gustoso.

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