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Burial – Tunes 2011-2019

2019 - Hypershape
dubstep

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Tracklist

1. State Forest
2. Beachfires
3. Subtemple
4. Young Death
5. Nightmarket
6. Hiders
7. Come Down To Us
8. Claustro
9. Rival Dealer
10. Kindred
11. Loner
12. Ashtray Wasp
13. Rough Sleeper
14. Truant
15. Street Halo
16. Stolen Dog
17. NYC


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La cosa assurda che in un certo senso definisce il personaggio Burial, all’anagrafe William Bevan, è che lui non è mai stato ad un rave all’aperto, né ad un ‘illegale’ dentro un magazzino o all’interno di una fabbrica dismessa. In un’intervista del 2012, il produttorespiega che ha sempre sentito parlare di rave solo dal fratello maggiore, che raccontava storie a riguardo e condivideva i brani garage, jungle e drum n’ bass del momento come Dj Hype; brani che poi ne hanno plasmato la caratura artistica. Burial è cresciuto con questa immagine romantica e anche un po’ melanconica della musica rave, molto presente in tutti suoi brani. La compilation “Tunes 2011-2019” ne ripercorre l’ultimo decennio di produzione musicale. Ma, come molti dei lavori dopo “Untrue“, il groove rimane ordinato e pulito all’ascolto.

Tunes 2011-2019 è un’antologia curata abbastanza maniacalmente di diciassette brani, pubblicata in concomitanza con il quindicesimo anniversario di Hyperdub. Queste tracce derivano dai numerosi EP che Burial ha sfornato a partire da quando ha rifiutato di pubblicare altri album integrali dopo Untrue. E dovevamo aspettarcelo da uno che ha nascosto la sua identità, il suo volto, per molto tempo, anche perché stava diventando sempre più difficile tenere il passo. In un certo senso “Tunes 2011-2019” risolve questo problema, fornendo agli ascoltatori una essenziale varietà dei momenti più topici del Burial dello scorso decennio e ne riafferma il suo posto come uno dei più importanti musicisti elettronici del nuovo millennio.

Il disco ripropone molti dei tratti distintivi di Burial (e.g. basso wobble o suggestive campionature vocali e, naturalmente, scricchiolii vinilici), che un ascoltatore attento identifica immediatamente un cambiamento del sound, iniziato nel 2012 con il rilascio dell’EP Kindred. Non è una collezione completa e, purtroppo, contiene solo materiale rilasciato tramite l’etichetta Hyperdub. Ma la compilation include comunque la maggior parte degli EP degli ultimi dieci anni e le ripropone come se fosse una collezione delle versioni viniliche da dodici pollici. Il primo disco si apre sulla aritmica diState Forest prima di andare alla deriva dei scintillanti ronzii di Subtemple oBeachfires del 2017. Si prosegue poi verso il Rival Dealer del 2013 con la house a tratti soul di Young DeathoNightmarket del 2016. Queste versioni, in particolare, sono una gioia da assaporare ed esplorare, facilitando li pezzi più tosti che arrivano più tardi nella compilation. L’ordine della scaletta, tra l’altro, non è casuale ma ben pensato per un pubblico attento.

Non si possono dire abbastanza cose positive di “Tunes 2011-2019”. Il disco è consigliato in particolare a coloro che non hanno molta familiarità con Burial e sono alla ricerca di qualcosa di diverso da “Untrue” su cui affondare i denti. È una monumentale istantanea del secondo atto della sua carriera. Preparatevi a perdervi.

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