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OvO – Miasma

2020 - Artoffact Records
noise metal

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Tracklist

1. Mary Die
2. You Living Lie
3. Queer Fight
4. Testing My Poise (feat. Gnucci)
5. Psora
6. Lue
7. L’eremita (feat. Årabrot)
8. Sicosi
9. Incubo
10. Burn De Haus (feat. Gabriele Lepera – Holiday Inn)
11. Miasma


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Forse negli anni sono diventato troppo esigente, chiuso e, infine, un gran rompicoglioni, ma il timore – forse mio e di pochi altri – che gli OvO si fossero in qualche modo “fermati” allo stato di grazia di “Cor Cordium” si era fatto concreto con l’ascolto di “Creatura”. Mentirei se vi dicessi che quando uscì “Abisso” non mi piacque, ma il sentore già c’era. “Miasma” spazza via tutti i miei dubbi e lo fa sorprendendomi.

Il ritorno alle proprie origini è sempre un passo avventato e spesso significa ripercorrere strade già battute e su quei sentieri perdersi inesorabilmente imbattendosi negli spettri della ripetitività e della scontatezza. Agli Stefania Pedretti e Bruno Dorella del 2020 questo non succede e al nono rintocco di campana a morto della propria discografia il duo divora le radici e le rigurgita tramutate nell’archetipo dell’album futuribilmente antico che “ci si aspetta” dall’oscurità tutto tranne che latente di questa, beh, creatura. 

Un suono arcigno sebbene cesellato ad arte ricopre il miasma di un racconto che guarda al fetore di un mondo che marcisce nel profondo e vi sovrappone ulteriore veleno, come se stessimo combattendo il fuoco con il fuoco. Nelle profondità del disco ci sono esseri amorfi che si dibattono e divorano la vitalità dei propri nemici colpendo dritti al sistema nervoso, corrodendone le attività nocive, imponendo la propria presenza e superiorità virulenta. Nelle lente feralità inorganiche di marce funebri come Testing My Poise c’è un tocco d’epica sacralità strumentale sovvertita dalle robotiche puntellature vocali di Gnučči, lambiti dall’estremismo noise di Lue si perde per strada l’umanità, e qui Stefania apre l’ugola a cieli scoperti ma non meno astiosi. 

Perdere la calma è altresì facile con gli impulsi industriali a cassa dritta che danzano folli sui roboanti disastri marcescenti a corde scoperte di You Living Lie, sguainando lame sugli alienanti attacchi nervosi su base grind-noiseadelica di Psora o nelle trame hardcore punk sci-fi da “Akira” di Burn De Haus. Årabrot veste i panni di guida infernale mentre L’eremita sposta l’asse in un afflato cultista in bilico tra sistemazioni elettro-acustiche, morbide e morbose e striscianti elettrocuzioni.

Ci sono poi massacranti colpi alla nuca come la potente Incubo o la ferocemente lenta Sicosi, appena appena meno asfissiante della title track, colpo di grazia perfetto in questo oscuro rituale, in cui il lucore della melodia spezza il respiro e fiocina lì sul posto. Mostruosi, di nuovo.

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