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Destroyer – Have We Met

2020 - Dead Oceans
alternative / indie

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Tracklist

1. Crimson Tide
2. Kinda Dark
3. It Just Doesn’t Happen
4. The Televisioni Music Supervisor
5. The Raven
6. Cue Synthesizer
7. University Hill
8. Have We Met
9. The Man in Black’s Blues
10. Foolssong


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Destroyer soffia sulla dodicesima candelina della sua lunga discografia con “Have We Met”, confermando una carriera musicale di tutto rispetto. 

Dan Bejar assieme alla sua formazione, questa volta più scarna (synth/produzione-chitarra-voce), dimostra ancora una volta l’affetto per il caro vecchio album: concetto che non vive i suoi tempi migliori. Lo fa in maniera molto personale, tanto che risulta difficile decifrarlo nel suo insieme. I testi sono ben articolati, e raccontano fatti che non sempre l’ascoltatore riesce a cogliere con chiarezza, trattandosi probabilmente di qualcosa di intimo riguardante la vita dell’artista canadese. Ma allo stesso tempo emerge il suo autentico modo di cantare e giocare con le melodie, oltre che il solito timbro vocale a dir poco invidiabile. Potremmo definirlo un giusto compromesso.

Ovviamente “Have We Met” non è solo voce e la strumentale che sorregge il tutto ne è la dimostrazione. Abbiamo John Collins ai synth e alla produzione, mentre Nicolas Bragg si occupa delle chitarre. Il lavoro è ottimo, a partire da Crimson Tide, coi suoi riff di piano memorabili e gli arpeggiatori che spingono in direzione della traccia successiva, Kinda Dark, che all’inizio ricorda gli ultimi Arctic Monkeys, per finire sul singolo It Just Doesn’t Happen, di cui consiglio l’ascolto. Poi si passa a brani forse un po’ più personali e complicati, come sopra accennato, tra cui The Television Music Supervisor, che è forse una critica all’industria musicale da parte dell’autore. Segue un’esplosione ritmica in Cue Synthesizers, dal groove funky e trascinante, con le chitarre che si fanno sentire in continui botta e risposta, senza che l’elemento vocale venga trascurato. Mentre il pezzo che da il nome all’album ricorda una scena da film: una chitarra elettrica che predica in un deserto arido in attesa che qualcosa accada. La tensione si scioglie con The Man in Black’s Blues, richiamando le sonorità dell’ultimo ventennio del secolo scorso.

“Have We Met” è il frutto di un grande lavoro e di bravi musicisti. Come già detto, ha forse il difetto di essere eccessivamente personale, ma il fil rouge che lo conduce rimane intatto dalla prima all’ultima traccia, teso da un sound che in pochi riescono a proporre nella scena musicale attuale.

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