1. Sublime
2. Prisma
3. Storm And Drugs
4. Without You
5. Rückenfigur
6. S.A.D.
7. Sturm I - Fear
8. Sturm II - Ecstasy
9. Beautiful Solitude
Pieno di riferimenti già dal titolo, “S.A.D. Storm And Drugs” si spiega da solo: qualcosa di classico, ma con piglio moderno. Qualcosa che ci renderà tristi, un disco profondamente cupo, solcato da un’ansia che sembra andarsene quando si é trasportati dal piano ma che ritorna non appena entra in gioco l’elettronica.
Dardust, nome che sta dietro a tantissimi progetti italiani del momento, atterra la produzione Regno Unito dopo un viaggio europeo nei due dischi precedenti e lo fa con la forza di chi sa di aver raggiunto una maturità, soprattutto nella parte neoclassica del disco, ma con la consapevolezza che un background elettronico e sperimentale non possono fare male a nessuno, soprattutto perché sembrano essere i punti in cui si diverte di più a giocare con i suoni.
Arrivare ad alternate la propria storia raccontata come nel terzo pezzo, Storm And Drugs, con il successivo Without You, parla da solo: da una lato la voglia di raccontarsi con la “propria” voce, come piace a lui, senza cadere in nessuna definizione, citando tanto e stupendo di più. Dall’altro un brano neoclassico puro che scivola via come se nulla fosse, come se non ci fossero altre sorprese in arrivo.
L’ultima alternata arriva da Sturm I e II, Fear e Ecstasy, che si contrappongono solo per completarsi, dal caos che esplode totale ad ogni angolo ad un crescendo che costruisce con ordine e sapienza.
Un disco di una completezza rara, che sa toccare l’orecchio con strumenti che nemmeno si ricordava e sa raccontare il buio con un’arma rara e leggera.