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Code Orange – Underneath

2020 - Roadrunner Records
metalcore / industrial

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Tracklist

1. (deeperthanbefore)
2. Swallowing The Rabbit Whole
3. In Fear
4. You And You Alone
5. Who I Am
6. Cold.Metal.Place
7. Sulfur Surrounding
8. The Easy Way
9. Erasure Scan
10. Last Ones Left
11. Autumn And Carbine
12. Back Inside The Glass
13. A Silver
14. Underneath


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Un paesaggio post-apocalittico si palesa davanti ai nostri occhi. Anziché vederci riflessi in carne ed ossa in una pozza di sangue, i nostri Io combattono una lotta impari tra di loro, metà buoni e stremati, metà cattivi e iper-violenti. Ci muoviamo in un paesaggio futuristico, dove siamo oramai alla stregua di macchine governate da una forza che fatichiamo a definire come nostra. E poi ci sono loro, i Code Orange. Maneggiano strumenti musicali come armi di distruzione di massa, declinando la propria furia in forma di resistenza umanoide, in persistente equilibrio tra vita, mera sopravvivenza e morte. Ciò che producono è un mix di Fear Factory, “Blade Runner”, Nine Inch Nails, “Minority Report”, suono del futuro più nero e industrial mai immaginato.

Una catena di montaggio, nella quale droidi e umani assemblano riff così nu-metal e nu-industrial da riportare indietro le lancette del tempo, ma contemporaneamente di scagliarle in avanti anni luce rispetto al nostro presente, in costante autodistruzione e autocommiserazione. 

Nulla viene lasciato al caso in questa opera firmata Code Orange, intitolata “Underneath”: tutto brilla di luce propria, una luce provocata dai bagliori di un bombardamento sonoro capace di tingere di blu, nero, rosso fuoco tutto ciò che ci è attorno (e che, a dire il vero, vorremmo non vedere mai). La band di Pittsburgh dipinge un quadro personalissimo e spaventoso, riprova che i kids un tempo decantati come i nuovi Converge sono ora pronti a prendersi tutto, senza pietà, andando ben al di fuori di un solo genere musicale stabilito a tavolino. La produzione, curata per metà da membri della band e per l’altra metà da quei fenomeni che rispondono ai nomi di Will Yip e Chris Vrenna, ci spinge all’interno di un calderone fantascientifico e nichilista fatto di elettronica, breakdown metallic hardcore e la solita, imponente e graffiante voce di Jami Morgan (ora incaricato dei soli compiti da cantante) a distruggere ogni difesa.

Attenzione, perché i fan della prima ora potrebbero sentirsi delusi da così tanta sperimentazione. “Underneath” infatti viaggia su disparate strade, a disparate velocità: dagli assalti metal di Swallowing The Rabbit Whole e In Fear, fino alla closing track Underneath (lasciata quasi per tutta la sua durata alle favolose corde vocali di Reba Meyers), passando per il sound decisamente mainstream di Sulfur Surrounding: non ci sono limiti, questo è chiaro. I Code Orange sono la band con la quale bisognerà fare i conti da ora in avanti, considerando la quantità di innovazione apportata in sole quattordici tracce. Chitarre rock (Who I Am) si schiantano su proiettili di grosso calibro sparati a distanza ravvicinata (Last Ones Left), andando a trafiggere anche le invettive meno virulente (A Sliver); il tutto condito sapientemente da rumori, urla, gesti musicali da veri hacker del genere.

Underneath” è il futuro del metal, dell’hardcore, dell’industrial, della musica heavy: una guerra senza quartiere tra umani, macchine, passato, presente e grigio avvenire.  

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