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Live at casa tua: tanti concerti da guardare comodamente dal divano

Vi state annoiando? Noi sì. Ma davvero tanto. Quindi ci tocca scrivere articoli che mai avremmo immaginato di dover (e voler) scrivere. Tipo questo sui concerti pescati da YouTube. Ci vien persino difficile scrivere due righe d’introduzione. Non eravamo preparati. Però è stato divertente andare a spulciare in giro per scovare il maggior numero di performance da urlo dei più svariati artisti, alcuni dei quali hanno fatto saltare proprio in questi giorni interi tour (menzione a parte per gli Stereophonics e i loro fan, che pare siano immuni dall’intelligenza).

Vi diamo il beneficio del dubbio credendo che tutti voi andaste a vedere la musica dal vivo prima dell’avvento della pandemia (ovvio che non ci crediamo nemmeno noi) e quindi ecco qua una serie di esibizioni da leccarsi i baffi, tutte schiaffate sul Tubo ad uso e consumo di tutti noi isolazionisti forzati. Ne abbiamo inserite molte perché di tempo da passare in casa ne avremo ancora un po’, ma volendo anche per quando tutto sarà finito, visto mai che smettiate di ascoltar dischi o leggere libri, no?

State a casa (e piantatela con i flash mob).

L’Independent Day è stato forse l’ultimo vero Festival con la F maiuscola sul territorio italiano, appuntamento fisso di fine estate con l’Arena Parco Nord di Bologna che ospitava davvero le migliori band in circolazione. Qui i 20 minuti infuocati dei Verdena, nel 1999, a pochi mesi dall’uscita dall’omonimo album di debutto. Fa male realizzare come passa in fretta il tempo, ma che botta!

Sempre dall’album dei ricordi bagnati dell’Independent Day: l’esibizione completa dei Deftones per il tour di “White Pony“. Chi c’era sa tutto. Chi non c’era rosica di brutto.

Dicevamo dell’Independent Days? Ah, sì. Che era qualcosa di incredibile. Nel 2007 fu proprio una cosa da lasciarsi la pelle. Poco prima sul palco i Tool con il loro “10.000 Days” fresco fresco di stampa, poi i Nine Inch Nails. Alcuni di noi erano lì sotto il palco dell’Arena Parco Nord, emozionati come bambini. Nel cambio palco Maynard sussurra qualcosa a Trent, poi l’inferno si scatena sul palco.

L’abbiamo scritto mille volte: i Mogwai sono il post-rock e nel corso degli anni ne hanno fatto un po’ quel che han voluto, distruggendolo e re-inventandolo ogni volta. Un sunto della loro incredibile carriera in questo splendido concerto al Pitchfork Music Festival di Parigi, nel 2014.

I C.C.C.P. dal vivo su Rai 2, incredibie ma vero: era il 1988, il palco quella della storica trasmissione D.O.C.. Un documento dal valore inestimabile, un’esibizione senza senso e strepitosa, pubblico in sala sbigottito, ma quanta invidia. Giusto così.

Qui la scelta era d’obbligo. Pensate a quanto devono essere girate le palle ai Mr. Bungle quando hanno ricevuto la notizia di essere stati sbattuti fuori dai festival per “ordine” dei Red Hot Chili Peppers (anni dopo Frusciante additò il solo Kiedis come colpevole). In tutta risposta? Ad Halloween la band capitanata da Mike Patton si traveste da RHCP e la toccano molto piano, tra cover e sfottò pazzeschi. Ovviamente noi stiamo coi Bungle.

Che concerto e che razza di scaletta. Gli Afterhours, per l’occasione vestiti più Seventies che mai, bruciano tutto, sono in forma smagliante e festeggiano il decimo compleanno di RockTV.

Do you understand? Understand I’m a gentleman“, cantava Greg Dulli. Dargli torto equivale a mentire e mentirsi. Lo vediamo tutti da come si veste e da come sta sul palco, come canta e come scrive. Lo potete notare anche da questo live in studio alla KEXP assieme ai The Afghan Whigs per presentare l’album “Do The Beast“.

Due soli pezzi nell’esibizione dei Marlene Kuntz all’MTV Day del 1998. Ma che pezzi, signori: Come stavamo ieri e Nuotando nell’aria. Serve aggiungere altro?

“Cosa fai a Capodanno?” “Vado a vedere i Tool“. Questa conversazione deve essere avvenuta in occasione di questo concerto qua.

Negli anni ’80 da queste parti si dettava legge in tutto il mondo, almeno per quanto riguarda l’hardcore. E chi se non i Negazione? Questa è una storica esibizione della band torinese in Olanda, poco dopo l’uscita dell’album di debutto “Lo spirito continua“.

Parlando di live, chi ha avuto la fortuna di vedere gli Slowdive riunirsi nel 2014 sul palco del Primavera Sound Festival di Barcellona e vedere Rachel Goswell commuoversi serberà nella mente un gran ricordo. La band però non si è fermata lì, continuando ad esibirsi e dando alle stampe il loro disco omonimo del 2017. Da qui il tour del quale vi riportiamo un’intima (ma non per questo poco intensa) serata londinese

Tanto amati (come non farlo) quanto odiati (dai metallari più trve ai quali facciamo sonore pernacchione), i Deafheaven costituiscono la più grande scossa nel mondo del black metal – non solo statunitense – che si sia vista negli ultimi dieci anni, almeno. E se su disco sono capaci di emozionare e prendere a pugni sulla nuca in egual misura, dal vivo non sono da meno, come dimostra il live sul palco più hipster del mondo.

L’ultimo tour degli Smashing Pumpkins, o meglio, quello che avrebbe dovuto esserlo, nel 2000 fu uno dei più potenti ed intensi della band di Chicago, il che è tutto dire. Nemmeno il tutto sommato composto pubblico giapponese ha potuto resistere alla versione di The Everlasting Gaze che vedrete in questo live.

L’anno prima i Melvins al Roxy Bar, quello dopo a Segnali di Fumo approdano i Kyuss. Vedere Garcia e Homme incendiare il palco dell’emittente televisiva che spianò la strada a MTV Italia è veramente delizioso, ma ancor di più lo è vederli fuori fase intervistati dalla Maugeri (e noi siamo suoi fan come lo erano i Laghetto).

Mentre attendiamo il loro “RTJ4” non potevamo farci sfuggire l’occasione di riproporvi questo live dei Run The Jewels. Sì, in studio Killer Mike ed El-P sono dei cavalli di razza, ma dal vivo sono Godzilla e King Ghidorah, due kaiju hip hop capaci di prodezze che levatevi subito.

Per chi non lo sapesse Amoeba Music è una catena di negozi di dischi sita in California, e il punto vendita di Los Angeles è uno dei negozi di dischi più grandi del mondo. Tra le tante iniziative dei ragazzi di Amoeba c’è anche quella di far suonare dei matti mentre gli spulcioni come noi scavano tra uno scaffale e l’altro. La scelta era difficile, ma questo live dei Jesu ti piglia alla gola, e allora abbiamo optato per questo. Tu sei lì che peschi un disco di Slick Rick e poi arrivano questi a farti piangere. Che roba.

Ora forse vi chiederete chi diavolo sono questi DakhaBrakha. Tranquilli, ce lo siamo chiesti anche noi la prima volta. Beh, sono un quartetto folk ucraino con diverse influenze psych che lo rendono unico e ipnotico. Nel 2016 sono stati invitati nientemeno che a Glastonbury. Vi basta?

Quanto ci mancano i The Jesus Lizard? A noi un sacco. Qualche anno fa però David Yow e soci sono tornati a far tremare le pareti dei live club di tutto il mondo. Chi di noi era allo Spazio211 a Torino ha visto sudare le pareti, letteralmente. Noisey ha una serie di live micidiali, e tra di loro non poteva mancarne uno delle Lucertole.

Cosa possiamo ancora aggiungere sugli Einstürzende Neubauten che non sia stato già detto? Quale altra band di questo tipo è riuscita a calcare palchi così grandi? In pratica nessuna. Per Blixa Bargeld e i suoi allegri compagni gli anni poi passano solo esteriormente. Il tour di quell’anno poi è stato proprio duro come il cemento. Guardate qui.

Per quanto ci riguarda i Touché Amoré sono attualmente la miglior band post-hc in circolazione: l’anno scorso hanno portato in tour per intero l’album di debutto “…To The Beat Of A Dead Horse“, uscito nel 2009. Questo il loro infuocato live set in quel di Philadelphia.

Andare all’Hellfest deve essere un bell’atto di fede. Mi dicono piova spesso e volentieri e ci sia fango in ogni dove. Beh, forse è questo il punto dei festival. i Dillinger Escape Plan ci sono stati e hanno spaccato tutto, come sempre.

Mike Oldfield, Tubular Bells, Castello di Edinburgo. Se avete bisogno di altre nozioni vi preghiamo di contattare subito un medico.

Per chi non lo conoscesse, Tigran Hamsyan è un pianista e compositore armeno, uno dei più quotati musicisti a livello globale, apprezzatissimo per la sua capacità nel mischiare la musica tradizionale del suo popolo con il jazz. Questa la sua imperdibile esibizione al Berlkee Middle Eastern Festival di Boston.

Quel matto di Igorrr, al secolo Gautier Serre, da queste parti lo apprezziamo davvero tanto e lo seguiamo fino dai più minuscoli esordi. Per capire come la sua proposta musicale si sia evoluta nel tempo vi consigliamo di dare un’occhiata a questa sua sconcertante esibizione di 3 anni al Dour Festival in Belgio.

Anche qui c’è poco da dire: i Boris con il re del noise Merzbow in una suggestiva esibizione per la premiata serie “Boiler Room”. Per quanto ci riguarda la collaborazione tra questi due giganti del panorama nipponico è una delle più felici e magiche contaminazioni tra suono e rumore. Play per credere.

Dicevamo giusto del fango ai festival, ma a Woodstock ’99 c’è stato pure il fuoco, la nudità e svariate altre cosucce che lo hanno reso celeberrimo. Una su tutte la line up, una roba che ti rimane impressa per sempre: da James Brown (!!!) ai Metallica, dai Limp Bizkit (e la loro famigerata esibizione) a Moby, dai The Roots ai Korn. E infine loro: i Rage Against The Machine. Non credo siano mai saliti sul palco senza l’intenzione di incendiare l’animo politico dei propri fan, ma quel giorno di 21 anni fa, beh, dobbiamo dirvelo?

Che succede? O meglio, che succedeva? Semplice: i Bluvertigo dopo svariati anni di silenzio totale tornavano assieme sul palco di MTV Storytellers in una reunion che si sperava durasse. A parlare è la musica, ma la band parla di musica, e non ci siamo ridotti a riprendere col cellulare Morgan mentre va in giro in monopattino e canta di quello che l’ha reso di nuovo celebre. Ne parliamo da nostalgici, quando a rendere grande il quartetto di Monza era quello che vedrete qui di seguito e non dei meme.

Bianco e nero, logo di MTV, una band immensa che ricodifica l’hip hop e che lo farà fino alla fine, fino all’addio al mondo di MCA. I Beastie Boys, un nome una cazzo di garanzia.

Se aprite il dizionario alla voce “Malvagità” ci troverete i Prodigy come significato. E se siete stati ad un loro concerto, sapete bene di cosa stiamo parlando. Ma se ci siete stati negli anni ’90, avete visto anche molto altro, tipo questo:

Un altro documento incredibile, chiunque l’abbia realizzato e reso disponibile gratuitamente andrebbe celebrato con un monumento. L’intero live set dei Sonic Youth nel settembre del 1987 al Metroplex di Atlanta. Era il tour di “Sister“, fate un po’ voi…

L’anno di grazia dei Queens Of The Stone Age è quello di “Songs For The Deaf“, e che ve lo diciamo a fare? I loro live erano incendi dilaganti, colate di riffoni senza fine e non c’era un pezzo fuori posto nelle setlist.

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