Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Lili Refrain – ULU

2020 - Subsound Records
dark folk / sperimentale

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Gula
2. Terra 2.0
3. Mul


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Se nel 2013 definii “Kawax” un demone necessario, non potrei dire lo stesso di “ULU”. Non è più un essere dall’abisso a venire plasmato dalle mani di Lili Refrain bensì l’aria che lo veicolò, come se lo si sorvolasse per sciogliere i nodi del passato. Perché “ULU”, nelle parole della stessa autrice, è “tutto ciò che ci stiamo dimenticando”.

Un refolo di vento antico le cui spire nebbiose si alzano da terra in un’unica traccia che in realtà sono ben tre (Gula, Terra 2.0 e Mul), come uno scrigno contenente una conoscenza perduta nei meandri della Storia, di popoli, per l’appunto, dimenticati. Il serraglio di percussioni appartenenti a queste tribù sembrano fungere da radici dell’albero che campeggia sull’artwork, tende alla luce e al cielo, come la voce di Liliana che declama, come fece a suo tempo Lisa Gerrard, nel fitto delle trame di un folklore oscuro che presto si perde tra l’incudine e il martello della chitarra elettrica, che torna protagonista a sostenere una preghiera sospesa nel tempo fino a prendere velocità, come una catena forgiata nel fuoco di un metallo venato di ombre e sciamanica violenza gentile che mulina nell’aria tutt’attorno e più si muove più si divide in mille direzioni, in loop consequenziali in crescendo mistico-matematici (ed è sempre quel what if Jeff Hanneman incontrasse Marnie Stern in una cattedrale nella bruma) il cui destino è sfaldarsi in un nugolo di rumore grigio d’ambient arcaica, dissipandosi nel silenzio.

Il ricordo è materia difficile, Lili Refrain ne accetta le molteplici sfide e lo inchioda alle pareti della mente. Così che non possa più sfuggire.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni