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Luca T. Mai – Heavenly Guide

2020 - Trost Records
avantgarde jazz

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Tracklist

1. Intro / Epistrophy
2. Heavenly Guide
3. Manum Ad Ferrum
4. The Sound Of His Horn
5. Gazzelloni
6. Bahr Attla
7. Celestial Nile


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Nel corso degli anni Luca T. Mai ci ha abituati a tantissime entità differenti, realtà che si scontravano ed infine mischiavano in un percorso nei meandri di sonorità sotterranee la cui unica costante era imprimere a fuoco il suono del suo sax baritono nelle menti di coloro che vi si approcciavano. Zu, Udus, Black Engine, Mombu ed infine lui, come unico detentore dello spazio di un album. 

Così come tante sono le strade intraprese in carriera, tante sono quelle che tortuosamente si inerpicano sulla parete scoscesa di “Heavenly Guide”, un disco ostico ed urgente, tanto liquido quanto grezzo come roccia, uno spirito che guida in voluttuosi cerchi di zolfo che spirano dalle crepe del terreno. Il massimo è sentire come gli ingredienti di un jazz dalle venature classiche e hard bop vada a piantare le radici nella terra brulla appesantita da scroscii noise (Intro/Epistrophy), evocando a piena voce lo spirito di Eric Dolphy (Gazzelloni è da spavento), ballando vicino a impianti industriali dalla lontanissima eco Coil, come già fu su “Jhator” (Bahr Attla, le rarefazioni di The Sound Of His Horn e l’annegamento orrorifico di Celestial Nile) mentre si inchioda a pareti di cemento armato (Manum ad ferrum) adornate da arazzi luminosi (la splendida title track).

Come un puzzle da pochi pezzi ma dal disegno complesso.

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