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Pictish Trail – Thumb World

2020 - Fire Records
indie / pop

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Tracklist

01. Repeat Neverending
02 Double Sided
03 Pig Nice
04 Lead Balloon
05 Fear Anchor
06 Slow Memories
07 Bad Algebra
08 Heart Eyes
09 Turning Back
10 Thumb World


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I pollici opponibili sono la sola cosa che ci contraddistingue nel mondo animale. Sono ciò che usiamo per interagire con il mondo digitale, permettendoci di accedere ad una realtà virtuale, ma con il rischio di rimanerne intrappolati.”

Introduce così il suo ultimo lavoro Johnny Lynch, aka Pictish Trail, navigato musicista pop scozzese originario dell’isola di Eigg. “Thumb World” è il suo quarto album e segue l’acclamato “Future Echoes”, vincitore del premio Scottish Album of the Year nel 2016. Pictish Trail non è dunque un nome nuovo nel panorama musicale: dall’uscita del suo primo LP, “Secret Soundz Vol. 1” (2008), sono passati infatti più di dieci anni, che il Nostro ha ben impiegato cercando di valorizzare la scena locale (con la sua label Lost Map Records e con l’Howlin’ Fling Festival) e girando il mondo come headliner e supporting act (Belle & Sebastian, British Sea Power, Steve Mason, …), comparsando più volte in festival del calibro di Glastonbury e Green Man.

Aggiuntosi da qualche tempo alla scuderia Fire Records, Pictish Trail sembra esserci deciso – dopo tanti anni dediti a perfezionare una formula folk-pop lo-fi – a rinfrescare il proprio sound spostandosi su lidi decisamente più hi-fi, elettronici e psichedelici, anche grazie all’aiuto di alcuni pezzi grossi: mixato da Rob Jones (The Voluntary Butler Scheme, The Gene Dudley Group), “Thumb World” contiene arrangiamenti della compositrice Kim Moore e ritmiche firmate Alex Thomas (Squarepusher, Anna Calvi, Air), senza contare la stretta collaborazione estetica con Swatpaz, aka Davey Ferguson, uno dei più rispettati designer scozzesi contemporanei, responsabile dell’aria da arcade game anni Ottanta del disco e della splendida videoclip di Slow Memories che trovate in fondo alla recensione.

Nonostante sia chiara la volontà di far apparire “Thumb World” come una sorta di concept sull’antropoformizzazione del pollice, nostro alter-ego nel mondo digitale, al suo interno troviamo un po’ di tutto: molti episodi altamente personali (sogni, brutti viaggi sotto acidi, scuse da post-hungover, prospettive da giovane papà e nostalgie varie), simpatiche supposizioni intergalattiche (rapimenti alieni e sesso tra astronauti) e persino qualche seria presa di posizione (in merito alle disumane politiche migratorie di Trump). Dal punto di vista musicale, riconosciamo l’influenza dei conterranei The Beta Band (gruppo cult della cosiddetta scena “folktronica”), i sogni lucidi di Thom Yorke e la voglia di ballare degli LCD Soundsystem.

A legare gli svariati mood delle dieci tracce di “Thumb World” la voce mozzafiato di Johnny Lynch, capace di emozionare sia nelle parentesi acustiche (Pig Nice e Slow Memories) che in quelle più ritmate (l’electro-pop di Double Sided, la dance di Turning Back, il trip-hop di Heart Eyes), così come divertire nella leggerezza indie, dove risiede la vera forza del musicista scozzese (si pensi all’orecchiabilità quasi vergosnosa di Lead Balloon o ancora alla lunaticità della riuscitissima Bad Algebra). Anche quando sposta il cantato in secondo piano, Pictish Trail riesce comunque a sorprenderci con divagazioni strumentali assolutamente degne di una carriera decennale (la rilassatezza quasi oppiacea di Fear Anchor così come il divertissement digitale della conclusiva Thumb World).

Thumb World” è un lavoro caleidoscopico, divertente ed originale, che scruta i meandri più grigi del pop suonando accattivante ed etereo al tempo stesso. Un disco perfetto per raddrizzare una piovosa Domenica pomeriggio. Il verdetto? Pollice in alto.

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