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Interviste

Le nostre passioni in musica: in viaggio con Il Silenzio Delle Vergini

Chi ha detto che un musicista deve proporre solo musica? Se ha altre passioni, modi diversi di esprimere la sua arte, chi gli vieta di farlo? I bergamaschi Il Silenzio Delle Vergini partono dalla musica, ma contemporaneamente aprono lo zaino e tirano fuori il loro enorme bagaglio di interessi. Il loro ultimo album “Fiori Recisi” (qui la nostra recensione) ci è piaciuto moltissimo, e non abbiamo perso un attimo per incontrarli (virtualmente, data l’attuale situazione di emergenza) e scambiare con loro quattro chiacchiere.

Ciao ragazzi, nel rinnovarvi i complimenti per il disco vi chiedo: ormai Il Silenzio delle Vergini è al secondo album, al quale va aggiunto l’EP “Su rami di diamante”. Possiamo ormai considerarvi un gruppo oppure vale ancora l’auto-definizione social di progetto strumentale?

Tutti: gruppo perché oltre al piacere di suonare si è creata un’unione di idee ed in più un forte legame; progetto musicale perché è un’evoluzione continua di varie sperimentazioni sonore. 

In “Colonne sonore per cyborg senza voce” avete combinato la musica con i manga, in “Fiori recisi” la musica con il cinema. Avete altre passioni, così magari spoileriamo il tema del prossimo album?

Armando: la costruzione di una progettualità come la nostra è sempre molto ricettiva verso le diverse forme d’arte. Personalmente, oltre che di musica, cinema e manga, sono appassionato anche di letteratura, filosofia e in parte di pittura. 
Cristina: sicuramente a livello di passioni oltre la musica e il cinema, manga / anime direi sicuramente recitazione e fotografia.

Sempre a proposito di passioni, avete mai fatto una classifica personale tra musica, cinema, fumetti, etc.?

Armando e Cristina: La musica è sicuramente l’aspetto principale che ci accomuna di più. Il concetto è che tutte le forme artistiche sono un veicolo di comunicazione.
Francesco: si, l’ho fatta, principalmente tra musica e cinema. 

Qualche vostro collega (non faccio nomi ma credo che capirete), insieme all’esperienza musicale con tanti richiami al cinema è finito a fare il regista. A voi piacerebbe o addirittura avete in programma di intraprendere un percorso simile?

Armando: io e Cristina abbiamo creato il soggetto di un cortometraggio intitolato “Seconda ripresa”, utilizzando due nostri pezzi come colonne sonore: “Il Treno dei Desideri” e “Amore”.

Cristina: a me piacerebbe un sacco, appassionata di fotografia, il passaggio a video potrebbe essere sicuramente più semplice, facendo un po’ di pratica prima ovviamente, ma comunque senza annullare l’aspetto musica.

Nella recensione di “Fiori recisi” non abbiamo potuto fare a meno di notare che strizzate più di un occhio alla forma musicale della colonna sonora. Vi piacerebbe comporre musica per un film o una serie tv?

Tutti: si, sarebbe un sogno, in linea anche con il nostro progetto. Ci sono molte band che si sono specializzate in colonne sonore e che sono diventate anche molto importanti.

Vi confesso una cosa: io adoro i Kiss, gli Slipknot e i Tre Allegri Ragazzi Morti, che con voi hanno in comune l’andare in scena mascherati. Ho notato che non le indossate sempre. Il loro utilizzo ha criteri stabiliti? A cosa si ispirano?

Tutti: l’utilizzo delle maschere è nato per caso. L’idea iniziale era di abbinarle a tute bianche da laboratorio simulando un mondo post-apocalittico contaminato, ma sotto la tuta faceva troppo caldo. Abbiamo quindi mantenuto solo le maschere che si ispirano ai cyborg e quindi al concetto di uomo meccanico.

Una domanda specifica per Cristina. Nel tuo percorso ho trovato straordinarie similitudini con Melissa Auf der Maur, bassista delle Hole e poi degli Smashing Pumpkins, oltre che cantante e “multiartista”. E’ un punto di riferimento per te e come mai non l’hai mai menzionata in altre interviste?

Cristina: Melissa Auf der Maur è una grande artista ed è uno dei riferimenti che ho. Ci sono comunque molti artisti che adoro e da cui prendo riferimento e spunto per continuare a migliorarmi!

Il video del Il treno dei desideri racconta una storia di diversità e omofobia. Nella title track il testo recitato riprende una campagna di sensibilizzazione di qualche anno fa contro il bullismo scolastico. Che tipo di messaggio vi sentite di mandare sui temi sociali di grande attualità nella società odierna?

Francesco: Il rispetto per chi viene considerato diverso ed una maggiore sensibilità, attraverso l’empatia.

E’ prevista l’uscita di altri singoli con video a tema? Se sì quali e cosa tratteranno?

Tutti: è prevista l’uscita di un secondo video-singolo (non vi spoileriamo il nome, ridono). Vi possiamo dire che il tema trattato è l’incomunicabilità che si può creare tra persone.

Inutile girarci intorno, è un periodo molto difficile per tutti, per voi in particolare che vivete a Bergamo, una delle città italiane più colpite dalla pandemia in atto. Cosa significa per una band non poter andare in giro a promuovere il suo nuovo disco?

Francesco: Purtroppo è una situazione difficile ed i nostri ringraziamenti vanno a tutte quelle persone che stanno facendo miracoli a tutti gli effetti, facendo molti più sacrifici di noi, per salvare quante più persone possibili. Tornando alla domanda: è dura non poter suonare dopo aver fatto un intero lavoro, ma sicuramente ci rifaremo!
Armando: stiamo cercando di recuperare le date che avevamo programmato e di trovare altre date all’estero con una collaborazione che stiamo avviando. 

La prima cosa che farete appena sarà di nuovo possibile uscire di casa?

Francesco: bere una bella birra tutti insieme e farci una bella suonata sopra!!!
Armando: aggiungo, poterci di nuovo abbracciare tutti e tre insieme! 
Cristina: Farci una bella suonata, per me senza birra perché sono quasi astemia (ride), uscire con la mia macchina fotografica a fare foto a raffica, farmi una bella lezione con il corso di recitazione che sto frequentando! 

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