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Levi – Liquida

2020 - Autoproduzione
elettronica / ambient

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Tracklist

1. Lysa
2. Dawn/Dusk 
3. Our Beautiful Mind 
4. Cloudust 
5. Arborea 
6. Glass Skin 


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Che cos’è la realtà che viviamo quotidianamente, se non una rielaborazione di dati oggettivi che arrivano dai nostri sensi, processati dal nostro cervello? Ma è proprio quando pensiamo di poter affermare che l’esistenza sia un movimento lineare in avanti, che subentra il concetto espresso dal nuovo (e primo) album di Levi, intitolato “Liquida”. Per quanto oggettiva e sostanziale, la realtà scorre fuori – ma soprattutto dentro di noi. Siamo noi la nostra realtà. Chiamatela sogno, consapevolezza o quant’altro, ad ognuno il suo.

Il nuovo lavoro di Levi è composto da cinque tracce molto curate ed elaborate nei dettagli, ma allo stesso tempo che evitano di essere prolisse, concentrandosi invece su discorsi più essenziali. Si parte da un discorso più introverso e delicato, con Lysa, la prima traccia, per poi passare a sonorità più su un dark ambient che punta più sull’elemento psicologico che ambientale; se infatti, pensando ad altri progetti come gli Atrium Carceri arriviamo a parlare di veri e propri mondi immersi in una oscurità fisica e sensoriale, quella di Dawn/Dusk – seconda traccia del disco – punta soprattutto ad oscurità tra il conscio e l’inconscio, attraversando sfumature psicologiche tra il razionale e l’irrazionale col suo sound più elettronico “puro ed old school”.

L’album prosegue cambiando lentamente direzione e puntando più su un Ambient più classico (ma non scontato), con Cloudust e Arborea, per poi concludersi con Glass Skin” in cui l’ambient classico si fonde con quello interiore, concludendo la composizione che l’album si propone di costruire. Una composizione che nel suo insieme ci trasmette quella idea di realtà “Liquida”, come il titolo stesso del nuovo lavoro di Levi. Lavoro che presenta tutti gli elementi per essere considerato un album germinale e pieno di linfa artistica vitale e pulsante. Se l’aspetto sonoro è impeccabile, altrettanto è la ricerca filosofica dietro che contribuisce alla solidità dell’impianto dell’album.

Tuttavia, sembra quasi che ad un certo punto sia mancata un po’ di sfrontatezza nell’osare, soprattutto nell’ultima traccia, qualcosa di nuovo e più sperimentale, visto che il potenziale di bagaglio tecnico e concettuale è chiaro che vi sia. Di rimando, questo approccio ci permette di trovarci davanti un album onesto e “sentito”, in ogni suo aspetto e sonorità. Inoltre ci porta a sperare molto per l’eventuale nuovo album; infatti, Glass Skin, l’ultima traccia, sembra quasi l’ultima puntata di una stagione dal finale che reciti “To be continued”. Sembra volerci suggerire che il viaggio proseguirà e che ci saranno nuovi ambienti, nuove realtà fuori e dentro di noi verso le quali Levi saprà condurci.

Se l’anno scorso avevo tessuto le lodi di “Retrospective” dei Julian Ross, quest’anno non posso che puntare il mio entusiasmo su “Liquida” di Levi, come album eletronic/ambient “made in Italy” degno di nota.

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