Impatto Sonoro
Menu

Interviste

Oltre il concetto di musica: intervista a Xabier Iriondo e Snare Drum Exorcism

Un incontro affascinante e suggestivo quello tra la chitarra di Xabier Iriondo (Afterhours, Buñuel, Pleiadees…) e la batteria di Franz Valente (One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori, Buñuel, Lume), ora impegnato nel progetto in solitaria Snare Drum Exorcism.

TIERRA/MAREE“, firmato Dischi Bervisti, Wallace Records, Dio Drone e True Bypass Promotion, non poteva che essere uno split all’insegna della sperimentazione e della più lucida follia artistica. Dopo aver ascoltato e apprezzato il lavoro (qui la nostra recensione), abbiamo incontrato i due artisti in questa nostra intervista doppia.

Prima di parlare dell’album “TIERRA/MAREE” voglio domandarvi come è nato questo progetto?

Francesco: L’idea era di fare un’evoluzione dei nostri progetti solisti, il mio è lo Snare Drum Exorcism, per condividere entrambi una nuova esperienza sonora ed esprimere qualcosa di originale, diverso da quello che facciamo di solito con le altre nostre band in cui io suono la batteria e Xabier la chitarra.

Xabier: Tutti e due condividiamo anche un percorso musicale che si chiama Buñuel e ci è capitato più volte di metterci a confronto su nuove idee. Io gli avevo già fatto sentire il mio strumento preparato il Mahai Metak che avevamo già utilizzato in una traccia del primo disco di Buñuel e Franz aveva già iniziato da un anno il suo progetto in solo di Snare Drum Exorcism. Nelle ultime sessioni di registrazioni di Buñuel abbiamo pensato di approfondire questi percorsi personali, portarli in giro dal vivo e creare un lavoro discografico insieme.

Xabier, vorrei capire da te quando nasce la tua idea di creare uno strumento musicale autocostruito?

Xabier: Tutto è iniziato nei primi anni del 2000 suonavo in un progetto che si chiamava A Short Apnea e già lì lavorevamo su chitarre che suonavamo orizzontalmente con oggetti ecc… poi mi è venuta l’idea di costruire qualcosa ad hoc. Avevo una serie di suoni in testa ma, nonostante svariate prove con chitarre o pedali, non riuscivo ad ottenere quello che volevo. Ho pensato che il nuovo utensile doveva avere più corde, accordature, tensioni, doveva essere più piccolo e trasportabile rispetto ad una chitarra. Dopo una serie di esperimenti, nel 2005 sono finalmente arrivato a questo strumento il Mahai Metak implementato dentro da dell’elettronica e ne ho prodotte dieci unità. All’epoca avevo un negozio a Milano il Soundmetak ne ho tenuti due e gli altri otto li ho venduti. Per un anno non ho più usato la mia chitarra elettrica perché volevo inventare tecniche diverse usando gli utensili che trovavo a casa. Ormai è il mio tavolo di lavoro, lo strumento che utilizzo nei miei concerti e l’ho impiegato anche in un brano presente nel mio disco solista “Irrintzi” del 2012 dopo quella volta non l’avevo più registrato in solo.

In una puntata di “Ossigeno”, il programma che andava in onda su Rai3, il padrone di casa Manuel Agnelli ha definito Xabier un samurai del rumore. Che ne pensi?

Xabier: Il rumore è tutto ciò che fuoriesce dall’accezione tradizionale che noi abbiamo di un suono melodioso. Spesso la musica è identificata come qualcosa che debba cullare, ristorarci ma c’è di più. Io amo suonare la chitarra o scrivere canzoni ma sono interessato maggiormente al suono, alle dinamiche, alle altezze delle frequenze. Se una persona identifica un tipo di rumore come qualcosa di fastidiso per me può non esserlo. È giusto ricordare che già dai tempi di Luigi Russolo, dei futuristi, quindi dai primi del ‘900 si lavora sulle sonorità industriali ecc… non siamo noi i primi lavorare con il rumore.

Francesco: Mi è sempre piaciuto l’aneddoto del concerto di Russolo al Teatro Dal Verme di Milano quando ha presentato questa orchestra di intonarumore e in quella occasione l’esibizione ha creato molto scalpore tra gli addetti ai lavori presenti in sala.

Xabier: Quel concerto non è mai stato terminato e, ad un certo punto, i musicisti sono scappati dal retro del Teatro Dal Verme che si trova in Piazza Cairoli, vicino al Duomo, c’è stato un fuggi fuggi generale e i futuristi alla fine hanno concluso la performance chiudendosi dentro il ristorante Savini in Galleria Vittorio Emanuele festeggiando il grande successo della serata ossia la reazione che c’era stata.

Voglio chiedere a Franz quale interpretazione è celata dietro alla parola Exorcism?

Francesco: Cerco di creare un rituale con il mio strumento come faccio di solito anche con la batteria. Nel progetto Snare Drum Exorcism uso solo il rullante anche perché ho notato che se suono in modo non convenzionale posso costruire delle frequenze nuove, inedite. Durante il mio concerto cerco di portare questa immagine, questi movimenti come se esorcizassi lo spirito del mio strumento facendo uscire tutta la mia energia. Erano diversi anni che volevo costruire un percorso totalmente mio in cui racchiudere tutte le mie idee. Le sonorità sono state create mediante una sperimentazione ritmica e timbrica su rullanti suonanti in maniera non convenzionale, su strumenti atipici come le percussioni di metallo e un meccanismo costruito con aste di metallo, molle e altri accessori che consentono riverberi metallici ed effetti spettrali per creare uno spettacolo teatralmente horror.

TIERRA/MAREE” è un disco che si presta a più di un’interpretazione

Francesco: L’interpretazione è libera. La musica può creare diverse suggestioni. L’importante è lasciarsi trasportare dalle immagini sonore che ti vengono sottoposte e ascoltarle con attenzione.

Xabier: Ogni persona è libera di poter scoprire all’interno della musica in generale, non solo la nostra, quello che più gli appartiene. Io essenzialmente faccio questa musica per me, questo è il linguaggio che ho scelto per esprimermi poi, se trovo qualcuno che ha voglia di ascoltarmi sono contento di condividere le emozioni positive o negative e discuterne insieme. Io e Franz facciamo questa musica in questo modo perché a noi tocca delle corde profonde, ci emoziona.

Per il brano MOSAIQUE è stato realizzato anche un videoclip a cura di Simone Baldassarri in cui sono presenti la musica e la danza. Di chi è stata l’idea?

Xabier: L’idea del video è tutta di Simone. Lui ci ha contattato e gli abbiamo proposto di lavorare su questa traccia. Simone è anche un videomaker, lavora come attore al Teatro alla Scala ed è quindi una persona avvezza alla danza, all’arte in generale; ha sentito in questo pezzo tante contraddizioni e ha cercato di immaginare un percorso visual attinente. È stato sorprendente quello che ha creato, l’idea di unire la danza indiana interpretata nel video da Alessia Baldassarri, sorella di Simone, insieme alla Pole Dance in cui si esibisce la campionessa italiana Valeria Bonalume. Penso che la danza indiana è spirituale e sensuale mentre la Pole Dance è una disciplina molto tecnica e completamente acrobatica. Mi colpisce la danza indiana perché è sinuosa ci vuole controllo ma devi anche lasciarti andare e poi c’è tutto un discorso molto interessante riguardo i costumi, i colori, i gioielli. Sono entrambe molto diverse.

La copertina di “MAREE” è stata realizzata da Franz. Cosa rappresenta

Francesco: È una copertina particolare. Ho voluto tradurre un po’ in immagini le atmosfere sonore che sono racchiuse in questi due lati del disco. L’artwork l’ho creato un giorno, ho avuto una visione di questa marea, non ho voluto ricrearla ma piuttosto ho voluto decontestualizzare il mare in un’atmosfera più misteriosa… ho colorato l’acqua di nero e ho messo dentro dei glitter e poi l’ho prodotta.

Per questo disco “TIERRA/MAREE” sono state coinvolte quattro etichette diverse. Perchè?

Francesco: Questo album è frutto delsupporto e della coproduzione che coinvolge le forze di più etichette discografiche. C’è la storica etichetta di Milano Wallace Records di Mirko Spino, Dio Drone che è molto affermata nel filone sperimentale, Dischi Bervisti di Nicola Manzan, lui è sempre molto attento a proporre musica fuori dagli schemi un po’ come per il suo progetto Bologna Violenta, e infine l’etichetta neonata True Bypass attenta e curiosa nello scoprire nuove realtà musicali e gestita da alcuni ragazzi della Calabria.

Xabier: L’idea di base quando si decide di unire più etichette per dei lavori di nicchia come sono questi nostri due soli fusi insieme in questo split sperimentale fatto in soltanto 300 copie di cui 50 trasparenti e marmorizzate è cercare di portarle in giro il più possibile. È un bene che più etichette possano condividere questo percorso e avere lo stesso disco nei loro quattro cataloghi in cui compaiono due artisti. Inoltre questo disco è tutto fatto in casa, ci siamo occupati delle grafiche, siamo andati noi a prenderlo dagli stampatori, abbiamo curato e visto come veniva realizzato. Anche se alla fine è un prodotto industriale per noi aver seguito un po’ tutta la filiera della produzione ci ha dato una grande soddisfazione che difficilmente accade in progetti grossi dove sono coinvolte grandi etichette. In questo nostro lavoro non c’è un codice a barre, sulle copertine che sono identiche non c’è una scritta tranne il titolo dell’album e il nome dell’artista. Così il prodotto diventa un po’ un oggetto d’arte che può essere anche ascoltato.  

C’è un artista o un gruppo che mi consigliereste di ascoltare a tutti i costi?

Xabier: Ti consiglio il disco “Bravado“, uscito circa due anni fa, del musicista australiano Kirin J. Callinan. È uno degli album più belli che ho sentito in questi ultimi anni, i suoi videoclip sono straordinari e divertentissimi. È un artista che non è riconoscibile ed identificabile in un genere musicale. A me piacciono molto quelli che non hanno paura, fanno un po’ quello che vogliono e sono anche pop.

Francesco: Io in questi anni rispondo a questa domanda sempre con i Death Grips di Los Angeles, sono una band conosciutissima, li ho visti anche dal vivo. Mi hanno impressionato per l’espressività e per l’energia che hanno sul palco. I loro visual sono opere d’arte. Hanno sempre delle idee molto originali.

A causa dell’emergenza sanitaria mondiale di questi mesi il colosso dell’ e-commerce online Amazon ha deciso di dare la priorità ai beni di prima necessità…

Xabier: È importante che le idee continuino a circolare. Ultimamente sto sentendo un atteggiamento un po’ pericoloso che è giustamente legato al fatto che ora ci sono delle necessità primarie come il cibo ecc…ma io penso che da sempre l’arte, la musica, la scrittura, la fotografia, i video…siano un grande nutrimento per l’anima, per lo spirito delle persone. È la musica il linguaggio più universale che c’è in questo pianeta, abbatte ogni barriera di età, lingua, cultura ecc. Non sono tanto d’accordo sul fatto di lasciar andare l’arte in generale piuttosto credo che bisognerà fare una serie di investimenti per valorizzare la musica e per far avvicinare anche le nuove generazioni a queste forme di espressione. Ricordiamoci che il Rinascimento che è la grande epoca della rinascita dopo il Medioevo è arrivato a noi grazie all’arte. Forse ci sarà un nuovo Rinascimento di questa società dopo tutto quello che sta accadendo nel mondo.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Articoli correlati