Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Brass Against – Brass Against EP

2020 - Footnote Records
brass metal

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Umbra
2. Pull The Trigger
3. Blood On The Other


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Se aveste per le mani un’intera brass band e vi venisse una voglia matta di mettervi a riproporre, che so, degli standard, quali scegliereste, tenendo conto del fatto che viviamo ben oltre le soglie del Duemila? Take Five? Ma no. Blue Monk? Non credo proprio. Siate un po’ più intraprendenti. Non vi verrebbe voglia di osare, che so, rifacendo Killing In The Name? Ecco, questo deve aver pensato Brad Hammons per dare vita ai suoi Brass Against, in un mondo assopito, socialmente immoto e tutto tranne che coraggioso, politicamente e musicalmente (anche se quest’ultima affermazione è vera a metà).

L’ensemble, che include trombe, tromboni, sousafoni, batteria, sassofono (nelle mani del direttore Andrew GutausaskBari) e chitarra (proprio di Hammonds), dunque comincia a far piovere sul terreno già inzuppato di YouTube una quantità di performance brucianti dei migliori pezzi di RATM, Tool, Deftones, Alice In Chains, Pantera, Beastie Boys e Audioslave. Solo cover? Proprio no. Vere e proprie evoluzioni in salsa brass di tutto il metal alternativo a cavallo tra ’90 e ’00, di quello che si è inserito nel codice genetico di almeno due generazioni, cavalli di battaglia antagonisti entrati de facto nell’olimpo della musica che conta. Standard contemporanei.

Così, dopo tre album (semplicemente “Brass Against”, “II” e “III”) in cui i Nostri raccolgono tutto il lavoro di rilettura svolto negli ultimi due anni prendono coraggio e finalmente ci regalano un EP di musica autografa. Sono solo tre i brani che lo compongono, purtroppo, ma danno la misura di come la formula scelta dal “gruppo” sia non solo vincente, ma anche deliziosamente spaccaculo. Su tutto e tutti svetta la straordinaria voce di Sophia Urista, capace di carezzare e prendere a pugni in pieno volto senza alcun tipo di pietà. Così sulla testa di chi ascolta si abbatte una tempesta di grida feroci, riff circolari degni di Adam Jones, stomp brucianti (Umbra), tempi dispari su cui vengono scoccate frecce jazz con gli ottoni a soffiare fiammate blu (Pull The Trigger) e assalti ultrametallici venati di melodie Nineties alchemicamente mischiate alla lezione che fu di Duke Ellington (Blood On The Other). Un piccolo collier di schiaffoni da schiantare a volume criminale a pugno chiuso verso un cielo non più nostro e del quale dovremmo riappropriarci.

Il primo passo è stato fatto, si tratta solo di continuare su questa strada, perché è quella giusta. Un EP è troppo poco per ‘sta roba pazzesca.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni