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Old Forest – Back Into The Old Forest

2020 - Death To Music Productions
black metal

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Tracklist

1. Grond (Hammer of the Underworld)
2. Death in the Cemetary
3. To Haunt the Old Forest
4. Hymn of the Deep
5. Glistening
6. Where Trees are Withered
7. Shadow Whispers
8. Become the Gods of War


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Nel 1999 avevo sei anni e conoscevo Jump dei Van Halen grazie ai miei genitori e mi sembrava il suono più potente mai ascoltato. Nello stesso anno verso il nord Europa qualcosa di molto più potente e cupo emergeva dal sottosuolo ed era l’album di debutto degli Old Forest: “Into The Old Forest” puro black metal anti commerciale.  Al tempo l’album venne sottovalutato e sbeffeggiato dalla scena metal e divenne così una sorta di reliquia per gli appassionati del genere.

A distanza di 21 anni gli Old Forest dal Sussex (Inghilterra), con all’attivo cinque album, cosa hanno deciso di fare? Ri-registrare il loro primo album utilizzando lo stesso studio e la stessa strumentazione dal titolo Back Into The Old Forest. Nonostante abbiano usato le stesse strumentazioni, si percepisce però una capacità di approccio allo strumento diversa, il suono che ne esce è più perfezionato. La prima versione è comunque molto forte dall’anima rivoluzionaria.

L’attuale formazione della band è Kobold voce e tastiere, Kobro batteria Hammers of the Underworld” e Beleth chitarra e basso. Kobold e Kobro (norvegese ndr) hanno anche un altro gruppo formatosi nel 1992 – In The Woods…psychedelic black metal! Insomma trip cupi in foreste piene di croci e nebbia e strani suoni striduli  che altroché pelle d’oca!

Ecco, andiamoci andiamoci dentro queste foreste come quanto si guardano i film di Dario Argento e dal divano urli “no,no non andaree non farloo!!!” e invece no, andiamo ne vale la pena immergersi in questo disco! 

Ad aprire c’è Grond (Hammer of the Underworld) velocità, buio e paura. Una cavalcata tra basso e batteria, con la voce da brividi. Campane da morto danno il là per Death in the Cemetary, batteria prende una velocità che mi ricorda quella dei Manowar e ci sono pure i lupi mannari a dare ritmo, qui svenuta. Si danno il cambio ai lupi, i corvi neri grossi inglesi per aprire To Haunt the Old Forest qui esce la vena anni 90 della band con il giro di chitarra dalla potente melodia. 

Ed eccole finalmente le tastiere!! Sia in  Hymn of the Deep che in  Glistening rincarano la dose  e la pelle d’oca ti sale dal mignolo del piede fino al cervelletto. Qua non c’è via d’uscita. Pioggia, richieste d’aiuto, cori foschi, voci incontrollate dal basso, strani esseri luccicanti. Un fruscio lontano e traente ti trascina a Where Trees are Withered dove la possente voce di Kobold  è  tornata e anche lo spirito rivoluzionario delle prime tracce. I cambi di ritmo creano un climax incredibile e ti senti carico a molla, pronto per andare a conquistare nuove oscure lande.

Terrore quando inizia Shadow Whispers urla del genere solo nei peggiori incubi, qui le parole ti si impiantano in testa ed è impossibile non cantarle. Become the Gods of War chiude il disco sembra un relief chitarra basso e batteria si uniscono in una melodia quasi gentile e sembrano accompagnarci verso la luce, verso una liberazione dal tetro. Sempre più veloce, sempre più stridente. 

Da notare che sulla versione su CD ci sono anche altre 2 tracce bonus  le cover di Nar Himmelen Klarner dei Burzum e Shivering Voice of the Ghost dei Gehenna. La cosa che mi piace di questo disco è che da ogni traccia ne esce un paesaggio e un’atmosfera unica, immaginifica e allucinogena tenebrosa. Se volete provare l’ebbrezza di fuggire in una foresta rincorsi da qualche strano essere, consapevoli di non uscirne vivi questo è il disco! 

Andate in Pace!


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