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An Autumn For Crippled Children – All Fell Silent, Everything Went Quiet

2020 - Prosthetic Records
blackgaze

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Tracklist

1. I Became You
2. Water's Edge
3. Everlasting
4. Paths
5. Silver
6. None More Pale
7. All Fell Silent, Everything Went Quiet
8. The Failing Senses
9. Craving Silence
10. Distance


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Sono giorni difficili, il presente è un vortice di solitudine, il futuro una nebulosa grigia di incertezze. E in questa fanghiglia soffocante non ci poteva essere colonna sonora migliore che il nuovo album degli An Autumn For Crippled Children, tornati puntuali a riempirci l’anima di torbide inquietudini.

All Fell Silent, Everything Went Quiet”, che segna il passaggio alla statunitense Prosthetic Records, si assesta sulle coordinate familiari e riconoscibilissime dei misteriosi olandesi, figure ormai di assoluto rilievo per tutti gli amanti del blackgaze. Giunti all’ottavo album in studio – l’unico ambiente in cui i nostri danno sfogo alla propria vena – quella che potrebbe essere intesa come stasi è invece coerenza, quella che potrebbe sembrare una scrittura normalizzata è invece un intenso racconto del male di vivere. Affievolitasi com’è ovvio la spinta innovatrice, gli An Autumn For Crippled Children sono i profeti di un black metal che rimane inimitabile. Nessun altro sa gestire la melodia come la band olandese, nessun altro sa incastonarla in una coltre così nera e spessa e farla uscire splendente come non mai.

La forza degli An Autumn For Crippled Children sta tutta in un gioco di contrasti e paradossi, oggi ancora vincente. L’attitudine depressive, le chitarre sature fino alla morte, le urla disperate sono la componente black più schietta che si scontra di petto con un universo più ampio, e che non è solo il canonico shoegaze. Gli olandesi hanno imparato a navigare sicuri e a domare flutti furiosi di synth pop, post-punk, dark-wave e di fatto, negli anni, i sintetizzatori hanno acquisito sempre più importanza, divenendo prima comprimari e poi protagonisti. 

In “All Fell Silent, Everything Went Quiet”, ancora più che nei precedenti “Eternal” e “The Light Of September”, le due componenti sembrano estremizzate, spinte alla massima potenza. Il risultato è straniante ed ipnotico: esplosioni di luce si materializzano da gelide tormente nichiliste (I Became You, Paths) e sembrano regalare persino momenti di gioia in un’aria di collasso malinconico (il basso pulsante new wave di Water’s Edge, ma anche il riff catchy e gli archi di Silver). 

C’è spazio anche per approcci più riflessivi, soprattutto nella title-track che ci regala una cavalcata a velocità altalenante sui sentieri del post-metal, ma anche per sinceri omaggi alla materia trve, come in Craving Silence, forse il pezzo più tradizionale, ma che non per questo non è permeato della personalità immensa della band. In Distance poi, i nostri chiudono il disco e i conti con un pezzo che, sarà il momento, sarà la distanza, ma è forse uno dei migliori della loro produzione, un crescendo in cui tutti gli elementi si combinano fino a confluire in un’estasi perfetta di lampi, tuoni e saette, che è un po’ come immagino essere l’anima di questi tre individui dal volto sconosciuto ma amico. 

Ogni volta mi chiedo cosa sia lecito aspettarsi ancora dagli An Autumn For Crippled Children. E ogni volta cado a terra sopraffatto.

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