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Hot Mulligan – You’ll Be Fine

2020 - No Sleep Records
emo / punk

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Tracklist

1. OG Bule Sky
2. *Equip Sunglasses*
3. Feal Like Crab
4. Green Squirrel In Pretty Bad Shape
5. Dirty Office Bongos
6. Analog Fade (New Bule Sky)
7. We're Gonna Make It To Kilby!
8. Digging In
9. SPS
10. BCKYRD
11. The Song Formerly Known As Intro. 


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Legittimare il pop punk come trampolino di lancio per cose più ricercate. All’inizio degli anni 10 si è pensato che il cosiddetto easycore potesse essere la risposta: chitarre accordate in drop, voce più estesa senza disdegnare qualche scream ogni tanto, produzione pompata e eredità di tutti i possibili stereotipi in grado di alimentare un certo tipo di immaginario (pizza,skateboard,converse,atticus,etc,). 

La rapidità con cui questo movimento è scomparso è seconda solo al venir progressivamente meno della sua credibilità, a giudizio di chi scrive mai realmente pervenuta. 

Poi esplose il revival dell’emocore e le strutture più dinamiche del pop-punk provarono a insediarvisi, portando a risultati decisamente più efficaci nella misura in cui, forse nella prima volta nella storia, davano al genere un respiro decisamente più maturo e laddove era possibile più tecnico (Dylan Mattheisen è uno dei migliori chitarristi degli ultimi anni). In questo va decisamente dato merito a gruppi come Modern Baseball, Tigers Jaw o – per l’appunto – Tiny Moving Parts per avere provato a emancipare un genere dai simboli e i cliché che lo hanno storicamente caratterizzato portandolo all’età adulta.

Se gli Hot Mulligan intendano aggiungere tasselli ulteriori a questo filone è ancora troppo presto per asserirlo. Ciò che invece è certo è che se i gruppi succitati figurano tra i vostri ascolti allora è molto probabile che questo “You’ll Be Fine” farà la vostra felicità. D’altro canto, premesso che non è così peregrino cercare possibili innovazioni anche in questo tipo di musica, vi consiglio di riporre fede in altri gruppi se cercate la novità.

Un guitar work che alterna arpeggi brillanti di stampo midwest ad accordi power, ritornelli che si incollano in testa al primo o al secondo ascolto, testi da cameretta o da cuore infranto, groove di basso e batteria non particolarmente tecnici o ricercati e – vera nota di distinguo nel repertorio stilistico degli Hot Mulligan – un cantato melodico ma urlatissimo, chiarificatore di quanto la ricerca del pathos sia riposta sopratutto nella sguaiatissima ugola del cantante.

É tutto qui, tutto dove deve stare. Nessuna variazione sul tema, pochi brani che spiccano sugli altri (molto bella We’re Gonna Make It To Kilby!), nessuna particolare esigenza di distinguere i momenti più rilassati (Analog Sky o la traccia di chiusura) da quelli più tirati (in quest’ultimo caso forse citerei Digging In).

Riconosco agli Hot Mulligan buone capacità sia tecniche che compositive ma, probabilmente per una personale saturazione verso questo tipo di suoni, non posso dire che “You’ll be fine” sia un album che mi abbia entusiasmato particolarmente o che mi dia la necessità di allargare i miei orizzonti in questa direzione. Sicuramente non stiamo parlando di spazzatura e quindi in chiusura ne approfitto per ripetermi: se l’idea che vi siete fatti è di qualcosa di contiguo con i vostri ascolti io vi consiglio di ascoltarlo e magari scoprire che si tratta del vostro disco dell’anno. E considerando i pochissimi dischi che stanno uscendo in questo periodo storico non è così da dare per scontato

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