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Umbra Vitae – Shadow Of Life

2020 - Deathwish Inc.
death metal

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Tracklist

1. Decadence Dissolves
2. Ethereal Emptiness
3. Atheist Aesthetic
4. Mantra Of Madness
5. Fear Is A Fossil
6. Polluted Paradise
7. Intimate Inferno
8. Return To Zero
9. Blood Blossom
10. Shadow Of Life


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Umbra Vitae è il titolo che il poeta vitalista tedesco Georg Heym diede ad una delle sue raccolte. I suoi componimenti parlano di isolamento, di natura, di politica. Morì giovanissimo, a venticinque anni, cercando di salvare un suo caro amico dai ghiacci del fiume Havel, corso d’acqua che lambisce la parte ovest di Berlino. 

Umbra Vitae è anche il nome che Jacob Bannon ha dato al suo nuovo progetto, quello che raggruppa gente di Hatebreed, Wear Your Wounds e Red Chord e che ha da poco fatto uscire il suo debut album su Deathwish, etichetta fondata dallo stesso Bannon. Le critiche di autocitazionismo sarebbero belluine, se non fosse per il fatto che questo disco, intitolato “Shadow Of Life”, rappresenti un discreto lavoro di hardcore moderno. 

Discostandosi dai suoni, abbastanza scontati, dei suoi cosiddetti “gruppi spin-off”, infatti, l’artista forse più noto e più eclettico della scena underground americana moderna riesce a scrivere un lavoro che raggruppa tutto ciò che di ascoltabile arrivi dalla East Coast statunitense, amalgamando grind e noise, mosh e screamo con una lodevole accortezza, senza mai esagerare e riuscendo persino, in alcuni frangenti, a divertire. I riferimenti più diretti sono ovviamente rintracciabili nei suoi Converge, ma abbiamo anche il modo di accelerare dei Full Of Hell e gli stacchi lenti dei Blacklisted, a contornare il paesaggio sonoro di “Shadow Of Life”. Senza contare quell’aura mistica di romanticismo che ormai da tempo caratterizza le opere di Bannon.

Hanno coraggio di iniziare veloce, con Decadence Dissolves, dimostrando una buona vena e un buon tiro. Episodi come Mantra Of Madness ed Ethereal Emptiness, però, sono abbastanza scontati e gli effetti sulla voce di Jacob Bannon sono troppo predominanti, per poterle ascoltare con disinvoltura. Fear Is A Fossil è troppo confusionaria come il singolo scelto per lanciare il disco, Return To Zero: troppa carne al fuoco, voci raddoppiate in cori abbastanza inutili e troppi sillogismi. I brani che, credo, rappresentino maggiormente la verve artistica degli Umbra Vitae sono quindi Atheist Aesthetic e Shadow Of Life, dove i giri death metal di matrice scandinava si alternano a ritmi cadenzati ed alquanto grezzi, se presi nella loro struttura. Vecchia scuola, insomma. 

Non credo che “Shadow Of Life” sia un disco che possa fare la storia. Ma rappresenta onestamente, lo ripeto, una sommaria antologia dei suoni più navigati che possiamo trovare nel panorama punk hardcore americano. È un disco capace di tirare il freno prima di sbavare, scritto con accuratezza e perizia estreme proprio per non risultare una delle tante opere create da “quelli che suonano in altri gruppi più famosi”. Un’altra pagina, quindi, per Deathwish Inc, label capace di sviluppare un assiduo lavoro culturale che non ha molti eguali al mondo. 

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