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Sleaford Mods – All That Glue

2020 - Rough Trade
post punk / alt hip hop

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Tracklist

1. McFlurry                                                                        
2. Snake It 
3. Fizzy
4. Rich List                                                                     
5. Jobseeker
6. Jolly Fucker
7. Routine Dean                                                             
8. Tied Up In Nottz
9. Big Dream                                                                   
10. Blog Maggot
11. Tweet Tweet Tweet
12. Tarantula Deadly Cargo
13. Fat Tax
14. Slow One's Bothered
15. Revenue
16. Rochester
17. TCR
18. Reef Of Grief
19. B.H.S.
20. Second
21. OBCT
22. When You Come Up To Me


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Con l’uscita di “Eton Alive” l’anno scorso, gli Sleaford Mods hanno raggiunto l’apice della popolarità in Inghilterra e in ambito internazionale, con il loro riconoscibilissimo stile a metà tra il punk di pura matrice inglese, sprazzi di alternative hip hop e UK garage e l’attitudine da “vaffanculo tutti”. Jason Williamson e Andrew Fearn non le hanno mai mandate a dire a nessuno, dai politici ai rockettari, dai datori di lavoro agli skaters, tutti prima o poi si beccano male parole dagli Sleaford Mods.

La semplicità minimale delle basi musicali è un po’ la rappresentazione dell’attitudine diretta e impulsiva del duo, che preferisce evidenziare il messaggio in un brano piuttosto che costruire beat pompati e infiocchettati. Ascoltando i loro brani si sente sinesteticamente la puzza di piscio dei bagni d’un pub, si toccano con mano le vene sul collo che si gonfiano quando urli, la negatività e il nichilismo si tagliano con un grissino. Come il tonno.  

 Gli Sleaford Mods portano sul groppone rabbia verso la società in cui si trovano a vivere, verso il capitalismo e verso le élite, verso la politica e verso chi s’illude, malessere espresso attraverso ironia tagliente e ritornelli urlati in faccia a ripetizione senza troppi fronzoli melodici. Boris Johnson ha guidato la Gran Bretagna verso l’uscita dall’Europa e il disgusto per il risultato del referendum ha reso Williamson e Fearn ancora più seccati e nervosi, forse incentivandoli a dare alle stampe questo nuovo “All That Glue”. 

Ventidue brani, tra remaster, b-sides, rarità e inediti (undici in totale), compongono questa raccolta di cinismo, alcool e slang suburbano, un regalo per i fan della band e un buon modo per riassumere la carriera e il mood del duo originario di Nottingham. I remaster attingono un po’ da tutti gli album precedenti, da “Austerity Dogs” (McFlurry e Fizzy) a “The Mekon” (Job Seeker), fino a “Divide and Exit” (Tied Up In Nottz), intervallando alle hit più conosciute gli inediti, tracce non pubblicate nell’ultima decade. La differenza nelle produzioni evidenzia le diversità contestuali e temporali nei brani i quali, talvolta, sono scritti a oltre sette anni di distanza gli uni dagli altri. 

Nonostante la sua lunghezza, questa raccolta scorre liscia come l’olio stantio di un’auto abbandonata in un vicolo in periferia, la schiuma della birra scadente corrobora l’ascolto e le chicche contenute all’interno di “All That Glue” caricano e stimolano la curiosità per i lavori che gli Sleaford Mods ci riservano per il futuro. 

Stampato anche in vinile con un booklet di sedici pagine di storia del duo raccontata da Jason Williamson, questo disco può essere il regalo perfetto da fare e da farsi alla fine di questa questo lockdown pandemico. 

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