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BC Camplight – Shortly After Takeoff

2020 - Bella Union
indie pop

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Tracklist

1. I Only Drink When I'm Drunk
2. Ghosthunting
3. Back To Work
4. Cemetery Lifestyle
5. I Want To Be In The Mafia
6. Arm Around Your Sadness
7. Born to Cruise
8. Angelo


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At the funeral, my cousin, he asked me in small talk,
‘Are you making the people dance?’
I said ‘sure’ and thought to myself,
Who does he think I am, Tame Impala?

Così canta Brian Christinzio, aka BC Camplight, in Ghosthunting. Il funerale è quello del padre, deceduto inaspettatamente qualche tempo fa. Un avvenimento devastante nella vita del cantautore originario di Philadelphia, ora con base a Manchester, che ricorre a dello humor decisamente woodyalleniano per processare la difficile perdita. Ora, potrà sembrarvi insensibile da parte mia, ma voglio dirlo: non tutti i mali vengono per nuocere. Se da un lato abbiamo un uomo distrutto, con problemi neurologici aggravati dalla tragica perdita di un genitore, dall’altro vi presento un artista al suo apice, capace di scrivere l’album della maturità, il suo piccolo capolavoro. Che dire? Alla fine aveva ragione il buon De André: dal letame nascono i fior, dai diamanti non nasce niente.

Shortly After Takeoff” completa quella che lo stesso Christinzio definisce “trilogia di Manchester” e segue gli acclamati “How To Die In The North” (2015) e “Deportation Blues” (2018), usciti tutti per Bella Union, che dimostra ancora una volta di avere un certo fiuto per il cantautorato (Ezra Furman, Father John Misty, John Grant). Musicalmente parlando, ci troviamo di fronte ad un personalissimo pop da camera, enigmatico e sofisticato, vagamente psichedelico, farcito di elettronica, funky e cheesiness anni Ottanta. Se dovessimo fare un paragone, finiremmo per tirare in ballo sua maestà David Bowie, il grande Brian Wilson o il gettonatissimo Todd Rundgren. Ma la vera forza di BC Camplight, a mio avviso, risiede nei testi, ironici e pungenti, che guardano alla miseria della condizione umana con occhi lucidi e battuta pronta. In questo caso, l’intero LP è costruito al dettaglio per esplorare i concetti di madness e loss, di insanità mentale e perdita, veri taboo del ventunesimo secolo.

Ovviamente non mi sbilancerei a definire “Shortly After Takeoff” un “piccolo capolavoro” se la musica non fosse all’altezza dei testi. I Only Drink When I’m Drunk scombina subito le carte in tavola a colpi di sei corde e vocoder, in un bizzarro crescendo da saloon che non può che lasciare senza parole (ottimo il verso d’apertura “This afternoon I thought about Buckfast and space / And danced around my kitchen singing Ace of Base”). La successiva Ghosthunting, una mini-suite orchestrale con tanto di parentesi stand-up comedy in apertura (“For the whole first half of this record I thought I had a really bad disease / Turns out I’m just mentally ill”), non fa che confonderci ancora di più le idee coi suoi bizzarri shift ritmici e armonici, che calcano con ineccepibile confiance le orme dimenticate dei Flaming Lips.

In quanto a cambi di direzione, aspettate poi di sentire la schizofrenica Back To Work, indubbiamente uno degli altissimi dell’album, sia liricamente (“I hear people scream in my ear / I guess that’s a curse / But the things I say to myself are even worse”) che musicalmente, capace di mutare da funky robotico ad art-pop in un batter d’occhio, neanche fosse un interruttore gestito da un ragazzino malato di OCD. Il groove raggiunge quindi il suo apice con Cemetery Lifestyle (ve l’ho detto, lo humor di Christinzio è dark per davvero), un’irresistibile composizione disco anni Settanta farcita da divertenti allucinazioni alla Animal Collective (“I woke up in a Nando’s carpark dressed in a banana suit / This wouldn’t bother me so much if I owed a banana suit”).

I Want To Be In The Mafia, dal canto suo, cambia un po’ il registro, dando voce al fantasma di Harry Nilsson e all’alt-pop degli anni Novanta (in primis Beck, ma anche gli Eels di Mark Oliver Everett). Gli esplosivi synth della title track ci trascinano infine in coda all’album, dove – intermezzati da uno zuccherino in bilico tra Beach Boys e Jesus And Mary Chain (Born To Cruise) – troviamo i due episodi più emozionali del disco: la splendida combo piano-falsetto di Arm Around Your Sadness e le atmosfere jazzy di Angelo (questo il nome del padre), che chiude il disco con due leggeri colpetti di metronomo, come un cuore che improvvisamente cessa di battere lasciando tutti senza parole.

Shortly After Takeoff” è un lavoro di una potenza disarmante, onesto, catartico, una vera e propria perla nell’oceano di banalità pop uscite negli ultimi anni. Mi vedo perciò costretto a mettere le mani avanti: BC Camplight sarà un nome chiave di questo 2020. Imperdibile.

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