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Ubba Bond – Mangiasabbia

2020 - Autoproduzione
songwriting / pop

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Tracklist

1. Solo per matti
2. Bob
3. Girasoli olandesi
4. Sale
5. Sushi
6. Le correnti
7. Filo interrotto
8. Temporeale
9. Su milioni di auto
10. Sake
11. Aprile
12. Piove il mondo


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La fisica parla chiaro: un liquido si adatta sempre alla forma del suo contenitore. Immaginate un liquido colorato, pieno di sfumature, pensieri, luci che brillano, che si inserisce sempre alla perfezione nel recipiente che lo contiene. Guglielmo “Ubba” Ubaldi è la trasmutazione di questo concetto in chiave musicale. Suona voglia di cambiamento, di adattamento a situazioni sempre diverse ma sopratutto di divertimento e ironia. Tra diverse collaborazioni che si susseguono nella sua carriera, quella con il batterista Riccio e con Francesco De Leo (Officine della Camomilla). Ubba si presenta anche stavolta come entità fluida. Affianco a lui, come ormai dal 2013, Bond, al secolo Andrea Bondi. L’affiatamento dei lavori precedenti si sente eccome. Il risultato? Colori… luci… sfumature di una giornata di sole su una spiaggia popolata in agosto. 

Mangiasabbia” è un disco composito: elementi musicali differenti si mescolano e danno vita ad un percorso che va in piena direzione post-punk. La forma e la musicalità, infatti, fanno approdare la mente a spiagge ben note del pianeta indipendente italiano; saltano alla memoria i C.S.I. nel loro periodo più florido. È così che la forma della canzone recitata si ripropone nel panorama musicale, riprendendo la sua caratteristica fondamentale: liriche apparentemente illogiche, decostruite, comprensibili solo con una visione (o meglio un ascolto) d’insieme. Lo stesso flusso di coscienza anima Bob, che poggia su un tappeto musicale ruvido ma allo stesso tempo ampio e luminoso, tra il noise dei Marlene Kuntz e una litania in stile Lindo Ferretti. Un elemento che risalta in diverse tracce del disco è la loro durata, che supera i sei minuti. Non sono però delle suite strumentali ed è questo il bello, sono brani saturi di elementi dall’inizio alla fine.

Momenti di riflessione personale, dal sapore disteso e assolato di Sushi, cantata con Patrizia Urbani o dal sapore più intimo e malinconico di SaleUbba è un cantautore non collocabile in una categoria, non si riesce a comprendere facilmente la direzione che ha deciso di intraprendere, non solo tra un progetto e l’altro o tra un disco ed un altro, ma fondamentalmente tra l’inizio e la conclusione di un brano. Non si tratta di una variazione nel tempo o nella tonalità, ma qualcosa di più: il volersi sentire liberi di parlare di temi vari, di tutto ciò che può passare da una testa costantemente in movimento. Il nonsense, una filastrocca per bambini, passa anche questo: il Filo Interrotto, un ragno che bestemmia (non tanto per bambini). Il racconto di un’esperienza quasi onirica di un padre con il figlio, rimasti imbottigliati nel traffico “tra milioni di persone…” Su Milioni di Auto.

Frasi che sembrano avere un senso logico ma dopo pochi secondi suscitano una strana sensazione: “ieri porterò il cane al mare” recita Piove il Mondo. Piove un fiume di parole su chi ascolta e probabilmente verrà la voglia di fare più di una gita in barca nella pozzanghera che questo acquazzone ha creato…”me la fai rifare?”

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