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Hoka Hey – II

2020 - Autoproduzione
indie rock

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Tracklist

1. Andrà Tutto Bene
2. Ben è Tornata
3. Inno
4. Piccole Dosi di Abbandono
5. Respirare


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Un grido di guerra per dare vita alla “personale battaglia della Musica”. Se per il nativo americano Cavallo Pazzo l’espressione“Hoka Hey” era un trascinante incitamento belligerante, per la rock band di Teramo è una metafora che racchiude un intero manifesto artistico. “Oggi è un buon giorno per morire” ma è anche un giorno in cui bisogna essere pronti a nuove sfide, per vivere fino in fondo il sound che ci portiamo dentro. 

“II” è un album breve, minimalista, di scorrevole ascolto. Il suo ermetico titolo lascia spazio a molteplici interpretazioni. Possiamo immaginare che il numero II stia a rappresentare il rapporto dicotomico tra gli amici Emidio e Marcos, o che esprima il simbolo della pausa, lo standby da schermo, o anche il simbolo della seconda fase artistica nella quale i componenti della band sono entrati, segnando l’inizio di una personale “era successiva”. 

Agli Hoka Hey piace lasciare in giro i segnali necessari per intepretare al meglio la loro evoluzione musicale. Segnali che sono racchiusi anche nella copertina dell’album, curata dal designer Erik Solla. Sullo sfondo di una notte stellata emergono le figure di due tigri, vestite con indumenti esoterici. Gli animali, considerati aggressivi e pericolosi nell’immaginario collettivo, si presentano qui in una posa ascetica. La loro pelle bestiale si traveste con i colori sgargianti del regno umano, per andare oltre la carne e raggiungere una dimensione ultraterrena. Come due divinità, stringono nella mani (non più zampe) “le armi” della mitologia, mentre un’aureola bicromatica avvolge le loro teste di fiere. 

Gli Hoka Hey sono un duo musicale composto da Emidio De Berardinis e Marcos Cortelazzo, nato nel 2018 sulle sponde del litolare adriatico. Il loro  passato affonda radici nel lontano 2010 quando i due si incontrarono nell’esperienza con la band Laika Vendetta, un progetto discografico che ha lasciato poi spazio al rapporto personale tra Emidio e Marcos, trasmigrato in una nuova formula musicale. A giugno 2019 hanno pubblicato insieme il singolo Gravità e nel settembre dello stesso anno l’EP Super legato mantra

Nel sound degli Hoka Hey troviamo le matrici spurie dell’indie/post rock italiano, quello dal sapore più aggressivo e dalle particelle di note stilizzate che abbiamo imparato ad apprezzare, ad esempio, con i Fine Before You Came  e il duo Io e la Tigre. Nelle loro note ci sono sfumature di tonalità etniche, elettroniche, pop e bossa nova. 

Andrà tutto bene  è la frase più ridonante degli ultimi due mesi della storia italiana. Il brano, dal titolo omonimo, è stato scritto prima del raggiungimento della popolarità di questa rassicurante nenia che veste i panni del paradosso, mostrandosi come una sorta di “salvagente della comunicazione” tra le persone comuni. I tre minuti di sequenza sonora sono un boato di note e voce, un’esplosione di rabbia e graffi cantati che celebrano l’apertura della soglia di “II”“Dai, restiamo nel bene, accettando anche il male. Vedrai che andrà tutto bene”. Una tempesta impetuosa di chitarre e batteria solletica i nervi della mente e del corpo.  

Ben è tornata, titolo dalla segmentazione semantica, incornicia il personaggio di una donna non più lontana che conversa al telefono. La sensuale samba, dai travestimenti jazz, copre il quasi cacofonico canto maschile che pian piano trasporta le note verso una direzione elettronica. “La retorica crea, la grammatica divide” è tra le criptiche frasi dette alla cornetta, motivazioni di una rottura sentimentale o forse di una rinascita emotiva.  Inno sfiora, invece, i confini del metal crudo. L’ipnotica traccia è supportata da un parallelismo di toni tra canto, batteria e chitarre. “Ma per nascere occorre morire… Ogni goccia è un inno, ogni dramma è un canto“. 

Il videoclip di Respirare è stato pubblicato sul canale youtube della band lo scorso 10 maggio. Nelle immagini dirette dal regista tedesco Erik Hölperl, vediamo danzare la ginnasta guinnes world record Johanna Quaas, una atleta di 94 anni che non si è lasciata ingannare delle ingiurie del tempo. Nel suo corpo da “quasi centenaria” balla lo spirito di una adolescente. Un “brutale giro di batteria” iniziale ci introduce nella intima riscossa di Johanna, che fugge da un luogo statico per poter raggiungere lo spazio della liberazione fisica. “La notte finirà e tu vivrai davvero…” è un canto grintoso, supportato dai riff di chitarra elettrizzati che si ripetono come un mantra fino alla fine della track.  

Le leggende narrano che Cavallo Pazzo fosse in grado di resistere ai proiettili dei nemici, che la sua tempra rivoluzionaria sia stata la forza motrice di uno scontro nel quale i Pellerossa hanno sofferto con dignità gli attacchi dell’invasore. Lo spirito di Crazy Horse ha continuato ad aleggiare nella sua tribù persino dopo la morte. Era diventato una specie di armatura che gli indios indossavano per sentire più lievi i colpi degli avversari. Anche la musica è in grado di superare il terreno caduco che calpestiamo, e gli Hoka Hey hanno celebrato la rinascita musicale scegliendo un motto di battaglia che potesse dare voce all'”estremo saluto” del loro passato artistico.

“II” è un album che pone fiducia alle scelte di un’amicizia coraggiosa.  Emidio e Marcos hanno trasportato in circa venti minuti di ascolto la creatività essenziale di una memoria musicale partita dalla periferia italiana. Quella periferia che spesso rende immensi gli spazi ridotti, che fa diventare assordanti i silenzi della sera, che trasforma una batteria e una chitarra in potenti armi di riscossa ideologica.  

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