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Markus Floats – Third Album

2020 - Constellation
ambient / elettronica

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Tracklist

1. Forward
2. And
3. Forward Again
4. Always
5. Moving
6. Forward Always


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“Third Album” è il debutto di Markus Lake, alias Markus Floats, per l’etichetta Constellation. Il background in Jazz Performance e studi elettroacustici emerge prepotentemente nel nuovo lavoro del musicista canadese, il quale rivela una certa propensione ad elaborare una musica concettuale, sia “pittorica” per quanto riguarda una sequenza narrativa strutturata in maniera non lineare, sia “scultorea” in quanto il suono crea nuovi spazi, nuove profondità. Lo si evince anche dall’art work della cover album, un dipinto realizzato dallo stesso Lake, i cui campi cromatici, paragonabili alle diverse strutture del suono, creano diverse profondità.

“Third Album” si apre con Forward, il quale si poggia su un’apparente improvvisazione, facendone il carattere costitutivo. Il brano si articola su due diversi e complementari registri linguistici: una storia raccontata in maniera lineare, rassicurante, sulla quale si innesta un dialogo improvvisato con l’organo, il quale dà al brano una certa drammatica dinamicità. In And gli impulsi sonori si ricorrono quasi fino a stancarsi, per poi riprendere fiato verso metà brano per poi cambiare strada, evolversi e mutare in suoni nuovi. Always riporta alla mente, più di ogni altro pezzo, la minimal music anni ’70, con la sua sperimentale circolarità. Moving è un requiem digitale nel quale la presenza di archi caratterizza il brano con una dimensione orchestrale e solenne.

L’album di Floats è costruito secondo le leggi che dominano l’elettroacustica ambientale e quella in cuffia. Richiede tempo per vivere l’esperienza, anzi le diverse esperienze di ascolto. È un album multilivello, tridimensionale.

L’approccio di Floats è oscuro, ipnotico, che alterna momenti di rigorosa struttura narrativa a momenti “free” ma mantenendo una profonda coerenza concettuale riscontrabile solo in alcune opere di sound art contemporanea.

Floats suona un’idea.

Every song you hear is about yourself.
Hearing is your relationship to the heard.
Every song heard is about yourself.
When you hear, you hear yourself.
Hear yourself, when you hear.
Hear a mirror. Hear your reflection, and hear everything in the mirror,
and hear the mirror itself.

It’s in the making that we ourselves are made.
The decision to create is itself the creating.
The most important act is already done;
the results are at best: moving, serene, memorable, distracting, pleasurable,
… at worst: boring.
Either is fine.
The work is the work, make it and let it go.
The work doesn’t matter, it’s just the work.
Every song you hear is about yourself.
That’s it.

(Ogni canzone che sentite parla di voi stessi. L’udito è il tuo rapporto con l’udito. Ogni canzone ascoltata riguarda te stesso. Quando senti, senti te stesso. Ascolta te stesso, quando ascolti. Ascolta uno specchio. Ascolta il tuo riflesso, e ascolta tutto ciò che è nello specchio, e sentire lo specchio stesso. È nel fare che noi stessi siamo fatti. La decisione di creare è essa stessa la creazione. L’atto più importante è già fatto; i risultati sono al massimo: commovente, sereno, memorabile, distraente, piacevole, nel peggiore dei casi: noioso. O l’uno o l’altro va bene. Il lavoro è il lavoro, farlo e lasciarlo andare. Il lavoro non importa, è solo il lavoro. Ogni canzone che ascolti riguarda te stesso. Questo è tutto.)

Markus Floats

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